A dire il vero una recensione su quest'album c'era già, ma è stata pressoché ignorata, per cui ve la ripropongo, sperando che sia più cliccata dell'altra. Questo "Leave The Story Untold" è il primo album dei Soulwax. Ho intenzione di risparmiare discorsi del tipo "adesso con ‘sta storia dei dj fanno proprio cagare" che tanto finirebbero per sfociare in accesi e inutili dibattiti. Vorrei invece attirare la vostra attenzione su questo disco, che a mio avviso ha molto da dire.
Dunque, l'"Intro". Per alcuni serve a far entrar l'ascoltatore nell'atmosfera dell'album, per altri è tranquillamente cestinabile. Io sono fra questi ultimi. Quindi, dopo l'inutile introduzione di 36 secondi, si parte con "Reruns". Dalla cassa sinistra prima e dalla destra poi si sente la chitarra che emula alla perfezione il rumore delle automobili di formula 1 che sfrecciano ai 300 km/h per poi essere avvolti da un riff poderoso che a sua volta si affievolisce per far spazio ad un ritornello acustico. Una delle migliori. Segue "Caramel", un idillio di sintetizzatori ora taglienti ora dolci come il caramello accompagnati da una chitarra acustica.
Per non tirarla troppo lunga, la formula dell'album consiste in un'alternanza di brani rock discretamente potenti e ballate molto più tranquille. Tra le canzoni esplicitamente rock, da segnalare "Kill Your Darlings", "Soul Simplicity" (che nei tratti più lenti sembra rievocare "Creep" dei Radiohead) e "The About It Song", che inizia con una serie di storpiature e accordi tipo pre-concerto sorprendentemente gradevoli. Invece per i brani più tranquilli citerei "Great Continental Suicide Note", "Tales Of A Dead Scene" e la californiana "Rooster" (il disco è stato prodotto a Los Angeles.. sarà per quello che mi ricorda la California) che non disdegna però di qualche parte con la chitarra elettrica che, per quanto lenta, è bella duretta.
L'aspetto più strumentale della band emerge nelle ultime canzoni "Long Distance Zoom" e "Vista Grande", in cui il chitarrista David Dewaele si cimenta nel ruolo di sperimentatore (non riuscendoci, a mio avviso). Il "sigillo" è "Acapulco Gold", che probabilmente vuole essere un riepilogo sonoro dell'intero lavoro: inizio col crescendo, ritornello rockeggianate e intermezzo acustico. Tutto sommato ci può stare.
A grandi linee, questo è "Leave The Story Untold". Se pensate di trovarci l'electro-rock di "Any Minute Now" siete fuori strada. Se pensate di trovarci i micidiali riff di "Much Against Everyone's Advice", siete già più sulla retta via, ma qui il sound è molto più grezzo. Ah.. dimenticavo: se vi piace "Nite Version", qui siamo proprio su un altro pianeta.
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