Pubblicato in novembre 1990 dalla Sub Pop, "Screaming Life/Fopp" raccoglie i primi due lavori dei Soundgarden, gli ep "Screaming Life" e "Fopp", realizzati rispettivamente nel 1987 e nel 1988.
Il disco presenta tutte le caratteristiche di un'opera prima: brani brevi e semplici (il quartetto è famoso per composizioni generalmente complesse e monolitiche), stile non ancora del tutto definito, registrazione e produzione non eccelse. Ad ogni modo è un album fondamentale in ambito grunge: si tratta in effetti di canzoni che risalgono all'87 e '88, periodo in cui la specialità di casa Seattle era ancora in fase di gestazione. Questo disco, come molti altri album grunge del tempo, delinea uno stile grezzo, molto improntato a ripristinare gli aspetti più intensi del rock degli anni 70 (in particolar modo hard, psichedelia e punk), non quelli superficiali come al contrario faceva il contemporaneo street-metal californiano.
In questo album sono evidenti i debiti nei confronti di Black Sabbath e Led Zeppelin, non a caso la critica del periodo li ribattezzò, forse un pò impietosamente, Led Sabbath: infatti nella loro musica sono presenti anche sentori di garage, punk e metal, ad ogni modo proposti con pregevole personalità. Il primo pezzo, "Hunted Down", dimostra subito la discendenza dai Black Sabbath: riff tenebroso e crescendo di tensione, perfino la voce di Chris Cornell ricorda abbastanza quella di Ozzy. "Entering", uno dei brani migliori dell'album, alterna magistralmente furia punk e psichedelia, mentre è ancora più furiosa la terza traccia, la breve e tiratissima "Tears To Forget". "Nothing to Say" invece, cadenzata e marziale ai limiti del doom, testimonia ancora una volta l'influenza dei Sabs. "Little Joe" è psichedelia pura, che non è disdegnata nemmeno in "Hand Of God", la quale tuttavia preferisce toni più heavy rispetto alla precedente (il testo ironicamente blasfemo anticipa le future irriverenze del gruppo nei confronti della religione). Qui termina "Screaming Life" e abbiamo la conferma che siamo in presenza di un gruppo tosto, destinato a far storia.
Se il brano iniziale di "Screaming Life" (e dell'intero disco) dimostra il debito nei confronti dei Black Sabbath, la canzone d'apertura di "Fopp", "Kingdome Of Come", dimostra invece quello nei confronti dei Led Zeppelin: un pezzo hard rock breve e sprintato che ricorda le composizioni più semplici del quartetto inglese. "Swallow My Pride" è una cover dei concittadini e amici Green River, anch'essi annoverati tra i pionieri del grunge, mentre "Fopp" è un'ottima cover in stile hard degli Ohio Players, un gruppo disco-funky degli anni 70. Chiude il tutto un'altra versione di Fopp, "Fopp (Dub)", una sorta di remix un pò sconclusionato della precedente versione, corredato da archi e samples. Nonostante le composizioni non siano tra le più memorabili del combo di Seattle, "Screaming Life/Fopp" è un album godibilissimo, immancabile per i fan dei Soundgarden e del grunge e consigliabile a tutti gli amanti del rock. Un disco sì grezzo e non del tutto maturo, ma molto genuino, fresco ed impetuoso.
A chi non conosce i Soundgarden: cosa aspettate a farlo? Non perdete tempo con gli Audioslave, ascoltate il vecchio (e vero) gruppo di Chris Cornell! Magari cominciate proprio da qui.
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