Vent'anni fa, se camminavi per le strade di Melbourne, ti poteva capitare di imbatterti in tre ragazzette – le gemelle Kat e Lucy e la loro compagna di classe Ally – e allora ti veniva spontaneo chiederle, ma vi piacciono i Ramones?

La risposta, ovvio, la sapevi già.

Perché bastava vedere come si vestivano, giubbetto di pelle nero e sotto in bella vista la t-shirt di “Road To Ruin”, jeans mezzi sdruciti, scarpe da tennis.

Mica avevi bisogno di sapere che quelle tre avevano messo su una banda – erano le Spazzys, Kat, Lucy e Ally Spazzy – e nemmeno di vedere Ally che gridava one-two-three-four e batteva il tempo colle bacchette, oppure Lucy che sciorinava una dopo l'altra le pose di Dee Dee o Kat che metteva in fila accordi in barrè uno via l'altro e cantava le vicissitudini sentimentali e fumettistiche di tre adolescenti in qualche sobborgo di Melbourne.

Oggi, quelli seri e bravi a parlare di musica, per le strade girano un po' di meno e di ragazzette come Ally, Kat e Lucy ne incontrano poche e così, visto che non glielo possono chiedere faccia a faccia se le piacciono i Ramones, si sono inventati questa cosa del Ramonescore.

Che a me, che mamma Roma adottò qurant'anni fa, piace tanto perché è come se volesse dire che i Ramones ce l'ho inchiodati nel cuore, e non vale a schiodarli che, alla mia età, Joey e Dee Dee e Johnny erano già andati o che mi acconcio come un grigio impiegato del catasto prossimo alla pensione.

Per tutti gli altri che stanno fuori dal raccordo, la faccenda del Ramonescore è una benemerita cacchiata.

Perché poi Kat, Lucy e Ally ai Ramones sono arrivate rimbalzate da un video passato su MTV dei Riverdales – mediocre clone che, per qualche oscura ragione, negli anni '90 ottenne due minuti di celebrità – se li sono inchiodati nel cuore, hanno imbracciato la vanga e si sono messe a scavare nei campetti dietro casa alla ricerca delle pepite disseminate da Saints, Radio Birdman, New Christs, Hoodoo Gurus e Hard-Ons.

Per dire che, se ti accontenti di poco, va bene la discografia dei Riverdales o qualcun altro che ti rifà un album dei Ramones più fedele di un trasferello.

Altrimenti ti cerchi le Spazzys o chi, come loro, ci mette un cuore grande come una casa.

A dire il vero, Ally, Kat e Lucy hanno fatto molto poco, quel poco sparso tra singoli, ep e raccolte locali, di tanto in tanto riunito in qualcosa che potesse assomigliare a un lp.

A me, una quindicina d'anni fa, capitò di mettere d'istinto le grinfie su “Aloha! Go Bananas”, perché ancora mi concedevo la goduria di spulciare i vinili negli scaffali di un negozio, perché quella copertina erano Joey, Johnny, Dee Dee e Marky sul retro di “Road to Ruin”, perché il titolo era mezzo Ramones e mezzo Radio Birdman, perché c'erano canzoni che si chiamavano “Surf'n'Bird” e “I Wanna Cut My Hair Like Marky Ramone” e in tutto erano quattrodici, perché erano tre ragazzette australiane, perché avevo delle sensazioni strampalate ma mi fidavo.

Mi è andata di lusso, e così mi sono messo in casa il più sentito e coinvolgente ringraziamento ai Ramones che qualcuno abbia messo su vinile da quel 6 agosto 1996, concerto n. 2.263. Ecco, su quel palco salì pure Lemmy e, ancora oggi, quando mi viene la voglia di darmi ragione quando dico che i Ramones sono stati la salvezza del rock'n'roll e di tanti soldati del rock'n'roll, ancora oggi metto su “R.A.M.O.N.E.S.” o “Aloha! Go Bananas”.

Che, tra le altre cose, è pure un album spassoso, di quelli da mandare a ripetizione nelle feste che fai a casa con gli amici di scuola (se esistono ancora, le feste a casa), tra ganci melodici a presa ultra-rapida, demenza sparsa piene mani e gigomme appiccicate sotto al tavolo buono, rock'n'roll fulmicotonico e ballerino, ballatone che strapperebbero il cuore anche al più nero assassino, un rifacimento da urlo di “My Boyfriend's Back” delle Angels e quella “Paco Doesn't Love Me” che quasi mi commuovo ancora per quant'è bella, persa lì tra una “Blitzkrieg Bop” e una “Judy Is A Punk” a caso. E tanto altro, sempre coi Ramones nel cuore.

Ramonescore.

Non sono durate, le Spazzys, ma la mezzora di “Aloha! Go Bananas” risuona ancora forte e chiara dopo vent'anni.

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