"Soul Kiss (Glide Divine)" degli Spectrum, pubblicato nel 1991 per l'etichetta Silvertone, si manifesta come un'incursione psicoacustica in territori alieni e surreali. Sonic Boom, maestro del linguaggio minimale, plasma un mondo sonoro in cui le vibrazioni eteree si intrecciano con la realtà come se fossero fili narrativi di una trama cosmica portando alle estreme conseguenze la musica degli Spacemen 3. L'album si dipana attraverso riverberi eterei che si perdono nell'atmosfera come memorie distorte di mondi paralleli. Brani come "Lord I Don't Even Know My Name" e "Waves Wash Over Me" emergono come oracoli sonori, richiamando atmosfere fantascientifiche come se il suono stesso fosse un portale per dimensioni oltre la nostra comprensione. Le suite free-form si rivelano frammenti di codice sonoro, come se Sonic Boom avesse decifrato la matrice dell'universo e la stesse presentando in forma musicale. "Neon Sigh" sospinge i confini della percezione portandoci in un'altra dimensione. Il vertiginoso "Phase Me Out", lungo sedici minuti, si erge come un rituale sonoro che evoca immagini di mantra tibetani trasfigurati dalla mente di un androide di un futuro remoto, una sintesi cybernetica di Stockhausen e visioni cosmiche. In mezzo a questo labirinto sonoro, emergono anche gemme come "Touch The Stars" e "The Drunk Suite". Sonic Boom, il mago del linguaggio minimale, manipola con maestria frammenti melodici che fluttuano nell'aria come ologrammi di una realtà distorta, creando armonie futuristiche che sfidano la nostra percezione. In conclusione, "Soul Kiss (Glide Divine)" si rivela una trascendentale odissea sonora, un'opera futuristica che sfida le leggi della musica convenzionale. Sonic Boom ci guida attraverso paesaggi sonori inesplorati, aprendo una finestra su mondi alternativi che solo un visionario potrebbe delineare.

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