Il concetto è facile: c'è chi può e chi non può.
Non puoi dare niente di più di quello che è già stato dato, non puoi suonare nulla di più lento di quello che è già stato suonato, non puoi esser più pesante di nessuno di quelli che ti hanno preceduto...
Sei tra quelli che non possono; e allora copiacchi di qui e di là.
Ma anche a copiare c'è chi può e chi non può.
Gli Spelljammer possono. E grazieaddio lo fanno.
Grazie a Dio perchè la sativa è finita e qui gira solo indica. E se prima giravi il parco con addosso un sorriso per vestito, adesso il divano morde il culo talmente stretto che pure se devi cambiare canale chiami un fattorino.
Allora serve il doom, quello vero, quello che è uguale da più di vent'anni, quello che "prima che il gruppo si fosse formato tu conoscevi già i loro dischi".
E' Il più solitario dei tuoi compagni, il più inutile, il più paranoico. Sempre la stessa cosa sta a dirti, e sempre alla stessa maniera. Pare sia fatto pure lui. E' quello sfigato, che può far poco nella vita.
Ma quel poco che può fare gli altri se lo sognano.
Il concetto è semplice: c'è chi può e chi non può, e gli Spelljammer lo sanno: non possono.
Ed è per questo che hanno tirato fuori un disco con i controcoglioni.
Vecchio, già sentito, banale e statico?
Prendi l'impastiera che ho lasciato sul tavolo, siediti qui sul divano e vediamo se con un po' più di calma riesco a spiegartelo che cazzo è 'sto benedetto doom.
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