Vista la copertina e il nome della band, pensavo che questi Spermbirds non fossero stati altro che l'ennesima band punk-rock usa e getta, capitemi, una di quelle band che si sentono come colonna sonora in qualche film ambientato in un college americano. Dopo un attenta ispezione del disco vengo alla conoscenza che la registrazione è datata 1986 e che il complesso è tedesco... Sorpresa!
"Something to prove" è l'album cavallo di battaglia di questa band e per quanto possa parlare a vanvera fino alla conclusione della recensione, vi svelo il finale subito: fidatevi è un buon disco.
Dalle prime note capisco immediatamente da cosa è nato questo lavoro. La band ha attentamente ascoltato i classici hardcore "made in U.S.A." e muniti di un pelo di propria fantasia, i componenti hanno risuonato un impasto capace da riportare in mente un po' di tutto. Acido e pieno di vitalità, il disco suona strano, un intreccio tra "arpeggini" ipnotici e schitarrate potenti. Un sound curato ed epilettico eseguito bene anche grazie una buona dose di tecnica che da il migliore sfogo nelle parti melodiche e ricercate anziché nelle classiche tracce "sassata" dove molte band trovano rifugio nel più banale "tam-tam-tam". Dalla pantomima jazz-funky trasformata un brano spaccaossa alla canzone tendente al dark, credo attentamente studiate dai loro idoli Agent Orange. La dico tutta: questo complesso ha molto più a che fare con la scena Californiana che con la madre patria Germania. Sventolare la bandiera attestandogli l'onore di innovazioni è impossibile, anzi parlandoci chiaro questa musica perde un bel pò di credibilità per le infinite contaminazioni e influenze (per non dire plagio) ricevute dalle più importanti band dell'epoca, il primo difetto sarebbe quello di aver peccato di megalomania volendo fare più di quel che sarebbe stato giusto fare.
Ancora peggio, il lato che forse disprezzo maggiormente del lavoro è questa vena leggermente "antiamericana", si ragazzi, Reagan per il punk era un bersaglio facile (ed è stato giusto così), ma dei brani del genere "Americans are cool" scritti liberamente contro tutta l'America (gente, governo, musica, ecc...) se li potevano anche risparmiare; infondo il loro stile, il loro modo di suonare, di comporre e di presentare un disco era visibilmente preso da una scena Hardcore prettamente cresciuta negli USA, nemmeno tanto in Inglese. Tanti campanilismi e cazzate facinorose a volte questa band ne poteva fare a meno, li avrei rispettati di più.
Concludendo l'ascolto è piacevole, nulla di così diverso da tanti altri ascolti, il suono c'è, la musica pure, manca forse quella scintilla per consacrarli come un gruppo di culto. Tutto ok, chiunque avesse voglia di porgere l'orecchio verso questa musica lo può fare senza pentirsene, se proprio dovete girare mare e monti per procurarlo... allora no, lasciate stare.
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