È una soddisfazione per me recensire uno dei miei gruppi preferiti: gli Spineshank.
Corre l'anno 2000 ed arriva la seconda prova in studio e primo centro: "The Height of Callousness" si stacca prepotentemente dall'esordio "Strictly Diesel" del 1998 che pagava troppo un forte tributo ai Fear Factory, qui il gruppo,consapevolmente sicuro delle proprie potenzialità, sfodera tutto il proprio estro confezionando un lavoro personalissimo e a tratti irresistibile.
Qui c'è carica e rabbia, davvero tanta... veramente vien da chiedersi con chi ce l'abbiano o che torti han subito questi quattro ragazzi, ma c'è anche molta melodia e atmosfera: le due facce della stessa medaglia che ha il metal moderno, qui riproposte più che onestamente. Carica e rabbia, dicevo prima, si, e subito spiattellate in faccia con l'iniziale "Asthmatic" e la title-track: una cascata di scariche elettriche ed elettroniche, la furente voce di Jhonny Santos, stop & go e tutti gli altri famosi ingredienti del sound moderno li troviamo qui presenti ed inseriti, a differenza dell'esordio, con maggior giudizio ed accuratezza, mai a casaccio.

L'essere duttile è un'imperativo costante che fa dell'album un cocktail completo, un mix di elementi posti sapientemente in una tracklist sempre varia e mai noiosa: "Synthetic" potrebbe essere stata tranquillamente scritta dagli Orgy, "Cyanide 2600" dagli Static-X, "Asthmatic" dai Fear Factory ed invece sono interpretate dagli Spineshank in modo sapiente e personalissimo.
Menzione speciale per il synth-pop elettrico di "Play God", "Trasparent" e "New Disease" oltre ai brani già menzionati sopra in un complesso veramente eccellente!
Ed allora voi vi chiederete: "Ma perchè non 5?"... semplice, perchè dimostreranno che possono fare ancora di più tre anni dopo.

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