Quando si parla di stoner rock il primo gruppo che viene alla mente è quello che maggiormente lo ha influenzato e reso famoso, in particolare negli Stati Uniti. Sto parlando dei Kyuss, che a parere di chi scrive rappresentano la più grande espressione stoner della storia della musica, seppur limitati dalla loro esigua discografia. E' un genere che si rifà ai climi torridi dei deserti americani, quelli della California e del Texas: dalle sabbiose e sconfinate distese si è alzato il vento della musica che ha generato un modo di fare rock particolarmente grezzo e appunto "sabbioso", dove le chitarre dettano legge suprema con il proprio suono sgraziato e aggressivo. E' lecito quindi chiedersi come possa venire in mente a tre svedesi di gettarsi nei canyon dello stoner rock. Perchè gli Spiritual Beggars con il calore californiano e la faglia di Sant'Andrea non c'entrano una beneamata fava. Questo progetto (che poi genererà altre realtà di questo tipo sia in Svezia che nell'intera Scandinavia, tra la quale spiccano i Dozer), ebbe inizio nei primi anni dei '90, quando Michael Amott, dopo aver vomitato "Heartwork" con i suoi Carcass decise di dare vita agli Spiritual Beggars: per fare ciò si affidò al singer nonchè bassista "Spice" e al drummer Ludwig Witt.
Il primo disco che venne fuori dalla collaborazione tra questi tre musicisti fu l'omonimo debutto del 1994: un lavoro genuino e talmente inaspettato da scuotere la Svezia della musica underground. Due anni dopo e con la stessa line up la band torna a farsi sentire pubblicando "Another way to shine", un altro gioiello di stoner rock tra il ghiaccio e le leggende della Svezia di band come Bathory, Entombed e Dark Funeral. Il loro sound era lontano anni luce dalle realtà vicine e "Another way to shine" contribuì a renderli una vera e propria esplosione di curiosità.
Eppure, approcciandosi alla musica dei tre l'originalità non sembra certo essere il punto forte: il sound ricalca quello dei già citati Kyuss pur adattandosi per approccio al mondo europeo. Ma nonostante tutte le critiche che si possono muovere all'originalità dei Beggars, essi dimostrano in questo cd di possedere dei gusti degni dei migliori rappresentanti del genere. Sorprende il suono denso e assolutamente compatto di canzoni quali "Magic spell" e "Blind mountain", così come non lascia indifferente la palude semi psych di "Misty valley". Inoltre Amott e soci dimostrano anche una buona dose di apertura musicale con "Picking from the box", maggiormente legata ad un canonico heavy metal. Giusto il tempo per rifiatare che si torna su ottimi livelli con "Entering into peace" e "Sour stains" forse la miglior traccia dell'intero cd.
Quello che più colpisce di "Another way to shine" è la sua assoluta compattezza: mai una nota fuori posto o un passaggio a vuoto. Inoltre la chitarra di Amott appare sempre precisa nello sfoderare riff in pieno stile stoner, su cui si adatta la voce perfetta di Spice, ruvida quanto basta per supportare il clima del platter. L'ensemble finale è di tutto rispetto e "Another way to shine" risulta ancora oggi una delle opere più positive del combo. Il tragitto da Palm Desert ad Halmstad è più breve di quanto si potesse immaginare...
1. "Magic Spell" (5:03)
2. "Blind Mountain" (4:41)
3. "Misty Valley" (6:46)
4. "Picking From The Box" (4:20)
5. "Nowhere To Go" (5:59)
6. "Entering Into Peace" (6:07)
7. "Sour Stains" (5:01)
8. "Another Way To Shine" (4:53)
9. "Past The Sound Of Whispers" (5:57)
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