Siete su un sito musicale inglese e vi capita di leggere l'intervista di un artista, che poi si scoprirà essere il front-man del gruppo in questione, che dice:
- Il nostro genere è il “suicide-pop”;
- per il prossimo futuro la mia aspirazione è quella di fare tanti “cumshot” (sapete cosa sono, vero?).

Nello stesso sito vedete alcune sue foto: nella prima è rasato, a torso nudo, un grande orecchino ad anello e con un'intero braccio tatuato mentre pare abbia intenzione di ciucciare una tetta. Nell'altra appoggia l'orecchio sul ventre di una donna che sta a gambe aperte (gran bel vedere), mentre guarda alcuni soldatini che sono collocati sul monte di Venere completamente rasato.

A fianco trovate la tracklist, tra cui notate questi titoli: Bastard Angel, Jesus Died in Las Vegas, Love Through Vaseline.

Mossi dalla curiosità, andate a controllare che razza di homepage abbiano questi tizi: niente passere spelacchiate, ma la possibilità di ascoltare quattro tracce.

Cosa vi aspettereste?
Per me la sorpresa è stata assoluta ed estremamente piacevole.

Non solo.
Gli Spiritual Front hanno già diversi anni di gavetta sulle spalle (siamo al quarto lavoro), riscuotono già un discreto successo in Europa, hanno la loro base a Roma e quindi SONO ITALIANISSIMI: il frontman Simone “Hellvis” Salvatori: voce e chitarra, con Piergiorgio Ambrosi: tastiere ed Andrea Freda: percussioni (questa è la loro ultima formazione), ha creato una specie di open band.

In questo album, assieme ad altri artisti ospiti, notevole è l'impatto dell'orchestra di Ennio Morricone in tutte le 11 tracce, così come lo è per l'ottimo violinista inglese Matt Howden (Sieben), assolutamente struggente nel brano My Kingdom for a Horse in una sessione d'archi da brivido, sempre ben integrati con i cori e la voce di Salvatori, che non ha avrà il timbro di Robert Fisher, ma ugualmente riesce a trasmettere la propria passionalità.

E' difficile catalogare il suicide-pop degli Spiritual Front, che per loro stessa ammissione si rifanno in qualche maniera a Nick Cave, ma Armageddon Gigolò, che per inciso è edito, ahimè, da un'etichetta straniera (la tedesca Trisol), pare un intenso affresco indie-folk oscuro, con l'originalità di cavalcate western ed erotici tanghi, il tutto condito da una bella dose di autoironia. Oltre alle incisive melodie, i talentuosi Spiritual Front pongono al centro di questo disco, non la politica o il sociale, ma l'uomo, le sue emozioni, i suoi comportamenti.
In un panorama italiano così asfittico, è certamente un disco che merita la massima attenzione e per questo, mi è doveroso ringraziare pubblicamente quel monte di Venere, che me lo ha fatto scoprire.

Saluti,
Addison.

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