Il suono della sconfitta
Che suono ha la sconfitta? Quella morale innanzitutto, che pertiene al nostro essere, originata da avvenimenti più o meno grandi della nostra vita, e che ci fa sentire delle merde, anche solo per un pomeriggio, o un giorno. Ma che sembrano una eternità.. Parlo di quella sensazione spiacevole che accompagna degli errori, specialmente quelli di cui non ci si accorge di fare (o non si vuole ammettere di aver commesso), ripetuti colpevolmente negli anni, che si accumulano come la neve fresca su quella ghiacciata. E poi a un certo punto arriva il caldo. E la neve si scioglie. E sei nella merda, quella vera. E, purtroppo, non sei a cavallo della slavina mentale che sta scendendo a valle del tuo portato emotivo, tu sei già a valle. E hai tutto il tempo di vedere arrivare la fine senza avere alcuna via di fuga.
Ma proprio quando la fine si avvicina.appare un sorriso (o una paresi a ben vedere). Non quello beffardo, ma quello rassegnato di chi trova un lato umoristico nella propria disfatta.. Sicuri che la ruota della retribuzione karmica alla fine non si spezzerà mai e che, seppur reincarnandosi in qualche entità di livello inferiore, saremmo comunque vivi. E se non sarà come prima, sarà almeno un altro prima, migliore o peggiore non importa. L'importante è non finire, lasciare un pezzo di legno sotto la porta per far entrare la luce durante la notte, più o meno lunga che sia.*
*(Liberamente tratto dalle suggestioni originate dall'ascolto del nuovo Spiritualized; che è in parti uguali mesto, triste, moderatamente speranzoso, assolutamente cinico, probabilmente doloroso, sicuramente bello, forse tra i migliori dai tempi di “Ladies And Gentlemen We're Floating In Space del '97. Nonchè già fra i dischi del cuore di questo 2018)
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