A child is born and love is made alive...
Siamo nel 2002. Neal Morse, principale compositore degli Spock's Beard, "sente" la voce di Dio: "finisci quest'album, lascia il gruppo ed attendi ulteriori istruzioni". Da non molto tempo il talentuoso tastierista e cantante aveva intrapreso una svolta spirituale tale da fargli considerare seriamente il messaggio ricevuto. Deciso così a seguire gli ordini impostigli dal suo "superiore", Neal si dedica anima e corpo a quello che sarà il suo ultimo disco con il gruppo. Il risultato è "Snow", un doppio cd, primo concept album per gli Spock's Beard, ma, soprattutto, l'ultimo (per il momento) grande capolavoro del progressive rock.
Il percorso spirituale intrapreso da Neal inciderà notevolmente sulle liriche del disco. Il concept narra infatti le vicende di John, un giovane ragazzo americano chiamato da tutti Snow (neve) a causa del suo albinismo. A diciassette anni, accortosi di possedere dei misteriosi poteri di origine divina che lo avvicinano in un certo senso ad un Cristo moderno, Snow lascia la sua famiglia e si reca a New York per portare al mondo la parola di Dio. Il suo cammino sarà irto di sofferenze. Incontrerà persone dalla dubbia moralità, aiuterà i poveri e gli oppressi del sistema, si innamorerà di una donna che non ricambierà i suoi sentimenti, dovrà fare i conti con il suo ego, un grande nemico che farà vacillare la sua fede, rischierà di morire schiacciato dalle proprie pene ed angosce ma sarà proprio l'amore per il prossimo a ribaltare la situazione. Le tematiche del disco si muovono in un universo tipicamente cristiano e messianico tanto caro a Neal Morse che, una volta lasciata la band, non mancherà di approfondirlo nei suoi eccellenti lavori da solista.
Il rapporto testo-musica nel disco è estremamente curato facendo si che le liriche siano perfettamente legate alle composizioni musicali. Un aureo equilibrio tra pezzi acustici e brani più aggressivi permea l'album in tutta la sua lunga durata. Dal punto di vista prettamente musicale si può notare che non ci troviamo al cospetto di un lavoro particolarmente originale, ma la qualità di questo "Snow" è talmente alta da non badarci. Brani come "Stranger In A Strange Land", "Long Time Suffering", "Devil's Got My Throat", "Freak Boy" solo per citarne alcuni, sono dei piccoli capolavori ai quali si alternano coinvolgenti ballate come "Solitary Soul", "I'm The Guy", "Carie" e "I'm Dying". Il tutto coronato dal trascinante finale con "Wind At My Back".
Sono sinceramente convinto che questo lavoro non sia inferiore ai grandi classici del progressive rock. Se siete appassionati del genere, il non aver mai ascoltato questo "Snow" sarebbe una grave mancanza.
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