A Tom Jenkinson ci sono arrivato quasi del tutto digiuno di IDM, mondo Warp Records e di quel che c’è alle spalle di Aphex Twin. Me lo ha fatto scovare, facendomi saltare a piè pari tutta sta roba, un utente di questo sito affermando di preferire lo stile al basso di un certo Squarepuscher a quello di un bassista con i controcazzi (… ricordo fosse Claypool, ma è passato del tempo e non ho verificato). A quel punto come non fiondarsi ad ascoltare qualcosa?
Al primo approccio mi è scappato subito un ‘uellà!’, uno show portato avanti da un bassista, da solo sul palco, immerso in un generatore di un un bel po’ di elettronica! Goduria! Ho quindi approfondito Squarepusher pensando di avere per le mani un gran bassista, e dopo averlo conosciuto meglio direi invece di aver trovato prima di tutto un gran cesellatore del ritmo. Sono molto lontano dal conoscere tutta la sua discografia, l’idea che mi sono fatto per ora è che fatico un po’ a digerirlo quando è rigorosamente sintetico come in questo caso. Lo preferisco quando produce musica un po’ più … convenzionale? Non so se è il termine giusto, intendo musica in cui il suo artigianato al basso suonato trova spazio nel suo lavoro di cesello su ritmo, sintetizzatori, campionatori e sequencers.
La mia dimensione ideale è roba tipo Music Is Rotted One Note. Il titolo di quest’album, Go Plastic, avrebbe forse dovuto costituire un segnale per tenerci le mie orecchie alla larga, visto che pare una risposta a Don't Go Plastic, proprio un pezzo di Music Is Rotted…., quasi ad indicare fin dal titolo una direzione diversa. Elettronica, punto.
Allora perchè Go Plastic mi è piaciuto? Il mio 5 se lo merita essenzialmente per i primi tre pezzi in scaletta: “My Red Hot Car", "Boneville Occident" e "Go! Spastic", tra le migliori architetture ritmiche partorite dallo spacciatore che mi sia capitato di ascoltare. Breakbeat con accelerazioni supersoniche e frenate improvvise. Imballabili (non nel senso di impacchettabili ma di impossibili da ballare) secondo una recensione che ho letto da qualche parte. Mi fido, non so ballare. Roba da far shakerare il cervello comunque. Il tutto condito con suoni particolarmente bizzarri. In “My Red Hot Car" c’è anche una linea di basso (praticamente l’unica linea ben definita del disco) con strane evoluzioni che si incastrano perfettamente nelle dinamiche ritmiche del pezzo. Il cinque viene ribadito dalle altre evoluzioni ritmiche presenti sul disco, in particolare “The Exploding Psychology” e “Greenways Trajectory” (anche se non all’altezza delle prime tre a mio giudizio). Ci sono anche due ciliegine sulla tortala torta,“I Wish You Could Talk” e “Tommib”, due pezzi melodici.
Una delle tante piacevoli scoperte fatte per merito del buon vecchio Deb (leccatina finale).
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