Non si finisce mai di imparare. Quando pensi che tutte le note siano già state suonate, che tutte le canzoni siano già state scritte, che tutte le melodie siano già state cantate e che la musica per te non abbia più nulla per stupirti ecco che salta fuori qualcosa di inaspettato che ti rimprovererà il tuo pessimismo da saccente appassionato.
Solito negozio, solito commesso, solite domande. Solito giro tra gli scaffali del rock, ma hai gia quasi tutto quello che c'è e quello che ti manca te lo potrai facilmente procurare tramite qualche conoscente (un bel monumento a chi ha inventato il masterizzatore, mai?).
Ripassi in mezzo agli scaffali del Jazz nella speranza che qualcosa rapisca il tuo sguardo. In realtà ci sono parecchie cose interessanti, ma di molte non hai sufficienti informazioni e hai paura di sbagliare investimento. Venti euro sono sempre... venti euro, cazzo! Non hai voglia di intraprendere un viaggio senza una destinazione sicura e abbandoni anche questo scaffale.
Vedi la nuova edizione di Sleeping w/ Ghost dei Placebo, doppio disco con tutte le covers come bonus. Ma va là, il disco vero ce l'hai e di farti spazzolare da una fottutissima e sfacciata operazione commerciale non ne hai voglia.
Ripensi ad una recensione di DE-Baser, ti sovviene che parlava di Stanley Clarke. In realtà di quel disco ne parlava male ma nei commenti qualcuno ti ricordava che i primi dischi di Clarke erano tutti buoni. Ricordi di quel concerto in cui trattava il basso come se fosse una chitarra: accordi, sweep, armonici e tutte le altre cazzate da esibizionista.
Allora vedi quello che dovrebbe essere il suo primo disco da solista (scoprirai più tardi che, in verità, è il secondo...) e decidi che è ora di approfondire.
In realtà sai bene come suona nelle big band (per esempio con Chick Corea) e hai anche un suo dischetto da solista degli anni ottanta, quel Hideaway che hai spolpato da ragazzino. "Massì (con l'accento sulla i) tanto costa solo 11 euro – pensi – vale la pena rischiare!". E allora… scopri che la tua idea di mondo non deve essere limitata dai quei confini che trovi sull'atlante e che esiste anche un mondo sovraterreno. Scopri che esistono nuove note, nuove canzoni, nuove melodie. Scopri che la credenza saccente che avevi era tutta una cazzata e che non dovrai mai più – MAI PIÙ – pensare che tutto sia già stato suonato. Ci saranno altri milioni di Stanley Clarke da qualche parte, basta scovarli.
Il suo Jazz-Rock scorre sulla tua epidermide, ti avvolge, gioca a disegnare un labirinto sulla tua pelle accapponata, si diverte a fare vibrare tutti i tuoi luoghi nascosti e tutti i tuoi strati. Magicamente l'atmosfera si dirada, la tua stanza è molto più ampia, le pareti a fatica contengono il volume delle casse. Se avresti altri mille watt da far suonare, se ne avresti altri diecimila, metteresti a tutto volume in modo che tutti possano ascoltare cosa in grado di suonare questo signore che nel 1974 aveva 23 anni...
Rock moderno, prog rock, suite principesca di quattro atti tra il jazz ortodosso e lo shred sfrenato, uno strano "merge" tra Mahavishnu Orchestra monca del leader chitarrista e "Spectrum" di Billy Cobham, quanto tempo ci hai messo prima di arrivare ad acquistare questo disco, vecchio coglione, quanto tempo che hai perso prima di goderti questo 40 minuti di follia creativa!
Beh, come si dice in questi casi per mitigare il disprezzo che provi per te stesso, "meglio tardi che mai"...
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