Recensire questo film mi riporta a delle situazioni imbarazzanti: durante i foschi carnevali pre 1980, a Venezia girava un modulo della banda dell'Arancia Meccanica. Non certo quella così soprannominata dai giornali del tempo, intenta a compiere rapine, ma comunque si trattava di passabili mazzolatori armati di mazze da baseball e vestiti in bianco e bombetta. Possibile che questo film sia colpevole di aver stimolato bande di losers delle periferie a vivere un giorno di gloria (o più) e a perpetrare vendette sulle capoccie altrui? Può darsi: io non sono fautore dell'idea che i film siano pericolosi per gli spettatori e trasmettano messaggi di violenza. Semmai vanno, nei casi peggiori, a frugare in un vespaio di turbamenti compressi.
Secondo episodio: mi trovavo a gestire le proiezioni di rassegne. Quando scarseggiavano i soldi per la corrente del centro sociale, "Arancia meccanica" era il titolo prediletto per vedere frotte di ammiratori, in cerca di uno spazio di due ore dove sentirsi ultraviolenti. e pagare i pochi spicci di obolo. Tra loro, il fan più agguerrito un vero criminale, oggi scomparso, ucciso a sprangate, che mi chiese una copia del film. Effetto maglietta che guevara, che non rende giustizia alla pellicola di Kubrick.
35 anni dopo cosa può darci ancora "Arancia Meccanica? Perchè il suo successo e la sua influenza diverse generazioni? Quali sono le qualità che lo rendono più amato di "Switchblade sisters", dei film di Corman sui motociclisti etc.etc. etc.? O di "If..." di Lindsay Anderson, che appunto lanciò Malcom Mc Dowell come ribelle allucinato?
Il segreto sta nelle qualità plastiche del film. Kubrick non è un genio inventore; i suoi films nascono sempre da altri films. Così come per "2001" il regista si peritò di frugare nell'arsenale di celluloide di altre opere, tra cui Margheriti, così per "Arancia meccanica" non si fermò nemmeno al più terribile dei drive in movies sulla violenza giovanile. Somiglia a Miles Davis, pescatore di idee altrui ma unico nel portarle sotto la giusta luce, come a completare puzzles bisognosi dell'ultimo tassello.Probabilmente Kubrick è un ingegno o un genio ingegnere.
E' il linguaggio che Kubrick usa a fare la differenza. E' il suo lavoro sulle ottiche, spesso usate alla nausea nel cinema, come le simmetrie e il piano americano, o il grandangolo e il teleobbiettivo, per deformare grugni e ambienti o schiacciare i personaggi come in un dipinto grottesco e allegorico, che lui sa rivitalizzare come se fossero novità.Il racconto di Burgess (che in età senile lo ripudiò, in quanto secondo lui istigava alla violenza...) era una fantasia costruita su un parodico-mimetico uso dello slang giovanilistico della giovInezza degli anni 60/70.
Dove la parola nel film non può arrivare (nel film il convulso Finneganiano parlottio in prima persona di Alex era di non poca complessità) il lavoro lo fanno le immagini. Kubrick immortala e immobilizza scene prosaiche, come la caduta in acqua del socio ribelle di Alex o la laggendaria zoomata nel Korova Milk Bar che apre il film, tra le tante). Così come l'ironia narrativa di girare un film che nella seconda parte risale la strada della prima parte al contrario, con tanto di cammino espiatorio di Alex nei luoghi frequentati per le sue gazzarre ultraviolente. Siamo nel mondo dell'opera buffa; non a caso la sfida con la teppa antagonista dei primi minuti di film si svolge emblematicamente in un teatro dismesso, con commento musicale di Gioacchino Rossini. Siamo anche nel racconto morale: come in "Stranamore" qui Kubrick, nemico della violenza da sempre, si preoccupa di illuminarci sul sinistro rapporto tra potere e delinquenza spicciola; di come Alex sia interessato al potere ma lo conquisti con l'arma dell'estro artistico, come un gesto bello perchè gratuito, un farsi opera d'arte coi pennelli delle pulsioni primarie. E "Arancia Meccanica" è anche un film di fantascienza: tralascio le uniformi dei Drughi, bizzarri astronauti del quotidiano. Penso alla stanza dello scrittore paralizzato (da Alex), ai suoi suoni riverberati e alla luce opalescente e penso alla scena finale di "2001". Penso ad Alex che salta e ghigna dopo aver piegato il suo compare ribelle, come fosse la scimmia di "2001". Penso al barbon picchiato che impreca contro l'epoca folle dove "gli uomini vanno sulla luna" (e penso a...aridaje!). Destino vorrà che il culturista-badante dello scrittore (l'attore David Prowse) diventerà Darth Vader nella saga di Guerre Stellari...è un caso lo so.
Schiacciato tra due colossi come "2001" e "Barry Lyndon" (summa artistica, quest'ultimo di Kubrick), "Arancia Meccanica" rischia di fare la figura del film "minore", meno intenso, meno significativo. Invece è un altro gradino per lo sviluppo della tecnIca registica (che è il contenuto della morale del regista); un film proverbiale e scolpito, il cui unico torto è quello di aver conquistato più masse di spettatori degli altri. Senza che Kubrick volesse farne una moda o un film di tendenza. Probabilmente oggi come ieri, e aldilà del cattivo uso e delle misere interpretazioni di superficie, questo film ci parla ancora. Il resto sono cazzate.
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