Come gli Stati Uniti d'America, l'Ovelook Hotel incarnazione del male, fu costruito sulla violenza, edificato su un cimitero indiano è percepito come la personificazione dei peccati accaduti nel passato.
Per ritrovare la tranquillità di cui necessita per scrivere il suo nuovo romanzo, Jack Torrance scrittore in crisi creativa, valuta l'idea di lavorare come custode in un hotel disabitato nei mesi invernali, tra le montagne del Colorado. Il direttore dell'albergo gli spiega i lavori che deve svolgere, dopodichè si sente in dovere di metterlo a conoscenza di un fatto che avvenne negli anni passati… il guardiano Charles Grady, fece strage della sua famiglia e si ammazzò sparandosi alla testa. Jack accetta il lavoro e si trasferisce con la famiglia nel lussuoso hotel. La moglie Wendy, è entusiasta, molto meno il figlio Danny. Lo chef Dick, mostra a Wendy e Danny la cucina e la dispensa, poi, trova un pretesto per rimanere da solo col bambino, per rivelargli di possedere anche lui il potere dello "Shining" (Luccicanza) talento che ha riconosciuto pure in Danny, un potere che permette di avere la veggenza del passato e del futuro, mettendo al corrente il bambino sugli orrori già verificatisi in quel posto e su quelli che avverranno. Danny gli chiede cosa successe nella stanza 237, turbato, Dick gli proibisce assolutamente di entrare in quella camera.
"The Shining" non è un film d'azione, la pellicola riesamina le regole dell'horror, con una chiarezza narrativa senza precedenti. Quello che all'inizio sembra un normale psycho thriller, si risolve pian piano mostrando il cambiamento psichico graduale di Jack e le orribili visioni di Danny, raffigurate da grandi quantità di sangue che inondano il corridoio dell'albergo, e da continue visioni di due bambine che mettono i brividi. Nel tempo in cui avevano successo film di scarsa sostanza, come ad es. "Vestito per uccidere" che altro non è che la brutta imitazione di Psyco, Kubrick rifiuta scene di violenza da macelleria, ma scommette sulle nostre paure ataviche, che si insinuano impalpabilmente nella nostra coscienza, così facendo la tensione non cala mai, il regista riesce a catturare l'attenzione scena dopo scena, fino al totale e completo rapimento dello spettatore, che segue passo passo la pazzia che si insinua lentamente nella mente dello scrittore.
La pellicola raggiunge la sua vera dimensione di psycho horror soltanto in seguito, dapprima allorchè Jack si reca nel salone dell'albergo, va al bar ed è servito da un irreprensibile barista, col quale si intrattiene amichevolmente. Ancor di più, allorquando si reca nuovamente nel salone affollato di gente ed un cameriere macchia il suo giubbotto. Nel bagno, intanto che lo sta pulendo, Jack riconosce in lui Charles Grady, il guardiano che sterminò la propria famiglia. Ho annotato una parte della conversazione tra i due che trovo significativa… Jack: Mr Grady, io lo so che lei era il custode dell'albergo. Grady: Mi dispiace di doverla contraddire, ma è lei il custode dell'albergo, è sempre stato lei il custode, io lo so perchè sono qui da sempre… deve sapere mister Torrance, che suo figlio fa tutto il possibile per inserire un elemento estraneo in questa situazione, lo sapeva? Di seguito riferisce in aggiunta… Suo figlio ha dei poteri segreti, credo che lei non sappia quanti ne ha, ma vede, sta provando ad usare questi poteri contro di lei, capisce? Jack: Lui è un bambino che ha molta volontà. Grady: Certo che ne ha mister Torrance, ha molta volontà, suo figlio, ed è anche, anche birbone, se posso prendermi la libertà di dirlo. Jack: E' sua madre, è lei che si mette in mezzo. Grady: Una parolina forse sarà il caso di dirgliela, se mi permette le do un consiglio, e magari più di uno, le mie figlie all'inizio non amavano affatto l'Ovelook Hotel, una di loro addirittura rubò una scatola di fiammiferi e cercò di dargli fuoco, ma io le punii tutte e due, e quando mia moglie si mise in mezzo per impedirmi di fare il mio dovere, io punii anche lei.
Da questo momento i fatti si susseguono ad un ritmo frenetico, realtà ed allucinazione, non sono più distinguibili. Non si capisce se Jack, è vittima di una forma di schizofrenia, che non ha saputo controllare a causa dei suoi fallimenti e dell'isolamento nell'hotel, e che lo conduce a fantasticare e dialogare con persone immaginarie, riconoscendosi gradualmente col guardiano assassino. Oppure nell'hotel si aggirano spiriti, rappresentazioni di una forza maligna che pervade l'albergo dal momento che fu costruito sul cimitero indiano? Anime che non trovano pace, e furono responsabili anche della sanguinosa mattanza accaduta anni prima? La prova certa che Jack è irrimediabilmente perduto, si ha quando Wendy guardando i manoscritti del marito, scopre centinaia di fogli che riproducono ossessivamente una sola frase: "Il mattino ha l'oro in bocca" Mostra una forza d'animo insospettata, quando l'uomo la scopre, minacciata, riesce a tramortire il marito colpendolo con una mazza da baseball. Lo chiude nella dispensa, la sorte della donna e di suo figlio sembra volgere a loro favore, ma un colpo di scena cambia il corso del film, Grady, libera lo scrittore dal ripostiglio. Si ripropone così la domanda: Grady è reale, o parto di una mente sconvolta? Secondo me è meglio lasciare che gli interrogativi rimangano tali, e gustarsi il film, perchè ad ogni tesi se ne può contrapporre un'altra altrettanto valida. Segue la scena più conoscuita del film, il furibondo Jack interpretato da un Nicholson al massimo del suo istrionismo, a colpi d'ascia cerca di entrare nella stanza dove si è barricata Wendy.
Una sequenza mozzafiato che è già nella storia del cinema, Shelley Duvall nascosta dietro la porta, offre una interpretazione eccezionale del terrore, dopodichè, nonostante tutto, riesce a ferire Jack ad una mano nel momento in cui sta per entrare. Nel frattempo il capocuoco Dick, "chiamato" da Danny sta arrivando col gatto delle nevi, in lui riponiamo la speranza che risolva la situazione, invece viene colpito a morte con l'ascia da Jack, che avendolo sentito arrivare, lo aspettava nascosto dietro una colonna. Il film trova soluzione nel labirinto antistante l'hotel, coperto da uno spesso manto di neve. Jack ferito e claudicante cerca di raggiungere Danny, per "Punirlo, facendo così il proprio dovere" Però il ragazzino riesce a far perdere le proprie tracce, usando una tecnica nella quale gli indiani erano maestri. La mattina seguente Jack, è ripreso morto per assideramento. Accompagnata da una musica d'epoca, l'ultima inquadratura avvicina dolcemente su una vecchia foto, di una festa da ballo del 1921, nella quale si distingue Jack Torrance che sorride.
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