Sul tramonto del Britpop, sono nati molti gruppi che, con alterne fortune, hanno dominato la scena musicale europea e, marginalmente, quella americana. Per lo più inglesi questi gruppi, come ho detto hanno avuto i destini più disparati, ma se c'è un gruppo che, a mio avviso, ha saputo scrivere dell'ottima musica, questi sono certamente gli "Starsailor". Particolarmente amati nell'europa continentale, in Belgio ma anche in Italia, hanno esordito nel 2001 con il magnifico "Love Is Here" dominato da atmosfere cupe, che lasciavano però il posto a gioielli luminosi come "Lullaby" e "Good Souls". Il successo di questo primo album fu travolgente, eppure, secondo me il loro capolavoro è il secondo album ovvero "Silence Is Easy". Profondamente diverso dal suo predecessore questo lavoro predilige atmosfere assolutamente più luminose e accorate: Ho esposto più volte le mie teorie sulla musica oggettivata, (che, beninteso, non sono mie ma esposte da eccelsi musicologi). Bene, questo lavoro è un ottimo esempio di musica oggettivata. E' quasi impossibile separare l'andamento gioioso dell'iniziale "Music Was Saved" da un senso di un ritorno a un passato magari più felice e spensierato. Stesso discorso vale per la title track "Silence Is Easy", altamente ritmata. Ma i vertici dell'album si trovano altrove: nel tappeto di violini di "White Dove", dove la voce di James Walsh sembra dire "a small coffe", un piccolo caffè, e il pensiero va subito a un pendolare che aspetta il treno in una piccola stazioncina di montagna con il freddo delle mattinate invernali. E' un disco molto spirituale, molto più di "Love Is Here", e lo dimostrano pezzi come "Fidelity", dove la sua apparente cupezza è solo il buio che precede la luce. O ancora l'arpeggio di chitarra di "Some Of Us" rimanda a rapporti umani finalmente riconciliati. Il pezzo più "trasversale" rispetto all'umore dell'album è "Shark Food" dove Walsh si scaglia contro il "sistema" musicale e coloro che lo hanno accusato di aver fatto i soldi facili con il primo album. "Four To The Floor" è una sarcastica presa in giro di questi ricchi individui tutti moda e discoteche; Quattro sulla pista, recita il titolo, e si ha proprio la sensazione di un mondo perverso che fa a pugni con il ritorno a valori antichi e a una vita più semplice. Gli ultimi rimbombi di batteria di "Four To The Floor" svaniscono, e un delicato arpeggio di chitarra acustica inneggia al vertice assoluto dell'album ovvero "Born Again". Nascere ancora, è questo il titolo per un pezzo veramente spettacolare che parla appunto di rinascita e di redenzione. Straordinari gli inserti di violino, e il cambio di tonalità di questi, verso la metà del pezzo. Il finale è un tripudio di gioia e di accoratezza, dove l'oggettivazione della musica trionfa incessantemente. Il tappeto della melodia sfuma per lasciare il posto a "Restless Heart" che chiude l'album con un arpeggio solitario di chitarra e un senso si pacatezza e di pace. Con questo disco gli "Starsailor" hanno dimostrato la loro piena padronanza della scrittura musicale unita a un senso di interiorità non comune in altri gruppi. Io spero possano sempre rilasciare lavori a questo livello...se lo meritano.
Carico i commenti... con calma