Il primo disco degli Status Quo pubblicato nel 1968, sicuramente costituisce un importante tassello nella schiera degli album psichedelici inglesi della fine degli anni 60.

Chi e’ appassionato di questo periodo musicale, concentrato in una manciata di anni soltanto, sicuramente apprezzera’ il lavoro dei cinque musicisti inglesi, capaci di tramutare in un godibile album di canzoni pop le correnti psichedeliche che imperversavano a Londra e non solo in quel periodo. Nel suono degli Status Quo sembrano le chitarre distorte portate agli estremi la formula capace di aprire le porte del gruppo al successo. Basti ascoltare i “bizzarri” Intro-solo di chitarra di brani quali Black Veils Of Melancholy, Sunny Cellophane Skies, e soprattutto la celebre Pictures Of Matchstick Man (brano di punta che da il titolo all’album) e avere conferma di questa strana mistura di pop inglese e psichedelia hendrixiana. I due chitarristi Francis Rossi e Rick Parfitt, menti della band, suonano un po’ ruvidi sui loro strumenti ma è grazie alle buone melodie, al loro cantato e all’organo del compagno Roy Lynes che riescono a centrare una serie di potenziali hits da classifica. Inoltre l’uso dei più possibili effetti di studio adottabili all’epoca confezionano un album, pubblicato dalla Pye, spesso di trasognata psichedelia ed è in brani come Elizabeth Dream, Technicolor Dreams, e la hendrixiana Gentlemen Joe’s Sidewalk Cafe che gli Status Quo danno il meglio di se stessi. Seguono altri 2 brani che esulano un po’ dal contesto del disco: la ballata rock ’n' roll Sheila, un po’ datata, e la famosa Spick and Specks che nulla di interessante aggiunge all’originale dei Bee Gees. Ma è in pezzi come Ice in the Sun, uscito anche come singolo, e in When My Mind Is Not Live, che ci fanno ricordare di questo Picturesque Matchstickable Messages un buon album di debutto. Un periodo quello della fine dei sixties, nella quale vale la pena riscoprire anche il secondo album del gruppo, prima della svolta hard rock con venature di blues degli anni 70 che vedra’ gli Status Quo, volenti o nolenti, riempire gli stadi di tutto il mondo.

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