Il mio avvicinamento agli Status Quo è stato alquanto lento e graduale. Condizionato, forse, da quella "hit" che rispondeva al nome di "Whatever you want "che negli anni dell'adolescenza era diventato quel tormentone rock che veniva lanciato nelle discoteche per annunciare la mezzoretta di rock revival. Condizionato anche da certe recensioni e battute della carta stampata anni '70 che arrivo' a definirli come uno dei peggiori gruppi rock esistenti.

Forse, tutto questo andare CONTRO me li ha resi simpatici e meritevoli di una prova di ascolto. Aprofittando della messa in offerta del loro intero catalogo rimasterizzato con bonus track ho iniziato con l'aquisto di questo "Rockin' all over the world", anche perche' attirato dall'omonima title track, cover, del grande John Fogerty. Derisi e mai considerati dai cultori e critici rock, gli Status Quo possono vantare una infinità di numeri uno nella classifiche di vendita inglesi negli anni settanta, primi ottanta. Dischi venduti grazie al potere della sola musica! Rock'n'Roll Boogie suonato in modo  a volte semplice e melodico altre volte piu' robusto e hard. Una cosa però va detta subito e forse il motivo che li rende simpatici e degni di un ascolto: non si sono mai venduti, facendo della coerenza la loro bandiera che ancora oggi sventola a quarant'anni dalla loro nascita (c'e' chi ha i Pooh, in Inghilterra hanno loro). Pur diventando delle rockstar nel Regno Unito, non si sono mai lasciati cadere negli eccessi preferendo che fosse la musica, soprattutto in sede live, a far parlare di loro. In somma quando negli anni '70 tutti si presentavano agghindati glam con vestiti sfavillanti e zeppe ai piedi loro portavano gia' quei jeans e maglietta che portano ancora oggi.

Questo album uscito nel 1977, in piena rivoluzione punk, conferma quanto i Quo avevano espresso nei sei dischi precedenti. La semplicità d'esecuzione doveva far da accompagnamento a melodie memorizzabili, il tutto condito dalle schitarrate Hard-Blues-Boogie della coppia leaders formata da Francis Rossi e Richard Parfit (unici due superstiti che portano ancora avanti il nome della band). Trainato da "Rockin' all over the world" dell'ex Creedence John Fogerty, l'album scorre con piacere come una bella gita in macchina su una highway deserta. Non ci sono intoppi o sorprese. Dai mid-tempo quali "Hard Time", "Hold you back"  ai piu' veloci Hard-boogie come "Can't give you more" e "Rockers rollin'" allo shuffle-blues di "Let's ride" al blues puro di "Who am I?" alle piu' ruffiane "Baby boy" e "Dirty water" fino alla ballata odorante di west coast come "For you".

Insomma tutto sembra al posto giusto per scontentare chi cerca nel rock tecnica e sperimentalismo (attenzione perche' Francis e Rossi sono due fior di chitarristi) e accontentare chi nel Rock cerca anche quel divertimento e scazzagine che anche altri gruppi contemporanei agli Staus Quo come gli AC/DC hanno portato avanti con coerenza. Quindi va bene ascoltare Bowie, Genesis,Elp e cosi via ma qualche volta ci si può concedere un po' di sano Rock'n'roll senza pretese se non quella di farsi una cantata, una birra o qualcos'altro...

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