Degna dimostrazione di quel rock alternativo che vede Steve Albini come definitivo guru, gli Steel Pole Bath Tub si piazzano nell'era post-Big Black proponendo una musica che ritengo esemplare intersezione di noise, grunge, punk ed industrial. La loro parabola artistica inizia nel 1986 e termina nel 2002, evidenziando una forte dualità tra componente sperimentale/cacofonica ed una forma canzone più accessibile.
Prevedibilmente (e come quasi sempre accade in questi casi), i lavori iniziali pesano più sulla prima delle componenti citate, e così Lurch, EP del '90, inquadra questo aspetto perfettamente, rappresentando (secondo chi scrive) il loro capolavoro. Ponendosi come summa di una musica fortemente psicologica che mostra la sua particolarità nell'incredibile moto espressionistico che le canzoni assumono, mi permetto di definire questo disco come uno psicodramma musicale.
Just went back and got the razor blade. Closed my eyes and sliced.
Nulla di buono e positivo trapela nell'incipit del disco. Le citate parole, sample di una voce femminile, precedono un'esplosione di rumorosi feedback, chitarre acide e ruvide, riff a tratti sconnessi ed instabili. Intorno a tutto, una voce dal timbro giovanile a cantare (e ad urlare) disperate liriche. Le canzoni sembrano smontarsi, cadere a pezzi. L'opener Christina è un'impressionante composizione di quasi dieci minuti, che dopo quanto già accennato precipita in un vortice di rumorismi e suoni nauseabondi, fino ad assumere tratti avanguardisti nel finale. Lime-Away non può essere altro che la scheda tecnica di un omicidio, od una sua colonna sonora, forte di un cantate che indistiguinilmente potrebbe rappresentare vittima ed assassino. In ogni rintracciabile melodia si sfiora sempre e comunque l'inquinamento acustico.
Ruolo apparentemente marginale, ma a mio parere fondamentale, è quello occupato da sinistri samples (quasi sempre estratti di trasmissioni televisive et simila). Il tutto si presenta come un macigno sonoro, composto da lunghe canzoni che collassano su sè stesse tra distorsioni e dissonanze.
Personalmente lo ritengo un disco strumentalmente incredibile nel suo proporre musica sociopatica, ottima sintesi del disagio, mentre l'unica nota dolente la trovo nel cantato, forse a tratti fuori luogo nel descrivere atmosfere così intrise di negatività (ascoltare per capire). Infine, immaginando una band ottenuta mescolando svariate caratteristiche di Squirrel Bait, Scratch Acid e Cop Shoot Cop, con molta probabilità otterreste qualcosa di simile a Lurch. per chi cerca in questa bipolarità musicale qualcosa di più equilibrato, consiglio The Miracle of Sound in Motion (1993), più post-hardcore, più "grunge", ma non per niente noiseggiante.
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