LA STORIA

Michael Matijevic è considerato uno dei migliori cantanti della scena hair metal, (guardare per credere il video di "She's Gone" Unplugged ), ma con i suoi Steelheart ha avuto la sfortuna di arrivare in ritardo, quando stava prendendo piede la scena grunge e il periodo dei capelli cotonati veniva surclassato dalle camicie a quadri.

E così dopo due buoni album (l'omonimo del 90' e "Tangled in Reins" del 92') la band si sciolse, complice un grave incidente (rottura di naso, zigomi,mascella, lesione della spina deorsale e 28 punti alla nuca: sti cazzi!) occorso a Mijatevic durante un concerto e la conseguente lunga riabilitazione. Nel 1996 il miracolato Michael ritornò con l'album "Wait", distribuito solo in Asia e sicuramente inferiore ai primi due. A questo punto gli Stellheart come band spariscono dalla circolazione, Michael si fa apprezzare interpretando alcuni brani per la colonna sonora del film "Rockstar" del 2001, mentre è del 2003 la voce che lo voleva come frontman dei Velvet Revolver al posto di Scott Weiland (Il che non mi sarebbe dispiaciuto).

IL RITORNO

Look moderno, sound rinnovato e una band nuova di zecca: sono questi gli ingredienti scelti da Michael Matijevic per rimettersi in gioco.

"Good 2B Alive" vede la luce nel 2008:

Un urlo introduce "Samurai", un brano quasi post grunge con chitarre possenti e ritmica accattivante; la successiva "LOL" è un pezzo alla Soundgarden, l'episodio più adrenalinico (bello anche il video.. Con una strafiga stellare); "Buried Unkind" e "Twisted Future" sono due ottimi mid tempo dal sapore nostalgico, il giusto equilibrio fra il passato e il presente della band. La successiva "Shine Light For Me" è una semi ballad, introdotta da un pianoforte, alterna momenti di romanticismo ad altri di rabbia, una gran bella composizione.

"I Breathe" è il terzo mid tempo dell'album, buono ma inferiore ai primi due, seguito dalla poco riuscita "Underground" e da "You Showed Me How To Love", una power ballad non del tutto convincente per i miei gusti. La chiusura spetta alla doppia versione di "Good 2B Alive": a prima tagliente e cadenzata e la seconda totalmente acustica. Delle due preferisco sicuramente quella acustica, abbellita da archi e cori è la vera ballad del cd e forse il brano migliore.

Buon ritorno per gli Steelheart, album piacevole e con pochi cali di tono: promossi.

3 e lode.

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