"Can't Buy A Thrill" fu un album decisamente controcorrente per i tempi che correvano, come lo furono i suoi esecutori: gli Steely Dan di Donald Fagen e Walter Becker. Gli Steely Dan non facevano pazzie nei concerti, anzi. Più il tempo passava più li odiavano. Fagen aveva paura di cantare in pubblico. Becker era di una violenza e di una grinta che a prima vista poteva sembrare una statua, o un pupazzo, o il fauno Barberini, o qualsiasi cosa che provocasse sonno, stanchezza, pigrizia. Ma, dietro quei caratteri così timidi, schivi, introversi, snob, si celavano due assoluti geni della musica leggera. I migliori del panorama pop-rock. O meglio: pop/rock/jazz/fusion e chi più ne ha più ne metta.

Tutto iniziò quando il pianista e cantante Donald Fagen e il bassista Walter Becker arruolarono abili strumentisti (Jeff Baxter, Denny Dias,  Jim Hodder) e un altro cantante (David Palmer). Quest'ultimo sotto pressione della casa discografica, che non riteneva la voce di Fagen adatta al pubblico. Mai scelta fu più sbagliata. Non certo perché Palmer non sappia cantare, ma perché si scoprì che i brani più amati dal pubblico erano quelli cantati da Donald. Infatti, la sua voce, così anormale, risultava tremendamente affascinante. Gli Steely Dan avevano inoltre un grande cruccio: quello di ottenere il suono perfetto. Nonostante le maniacali cure in fase di registrazione, raramente il duo si sentì soddisfatto del lavoro. È il caso di Aja.

Ma torniamo al nostro album, il primo: "Can't Buy A Thrill". Dopo tante premesse il singolo "Do It Again" sembra un ordinaria, seppur bella, canzone pop. Il meglio arriverà con canzoni come "Kings", meno morbida, ma senza perdere niente in eleganza, "Midnight Cruiser", "Reelin' In The Years" (secondo singolo estratto dall'album), con il suo allegro riff di chitarra elettrica di Jeff "Skunk" Baxter e quella voce di Fagen che anche parlando ipnotizza, "Brooklyn (Ownes The Charmer Undre Me)"; con i loro cori, tanto spensierati quanto mai banali, i loro arrangiamenti, impeccabili, puntuali, mai manieristi, mai un secondo di troppo e mai un secondo in meno del necessario; con quelle loro magnifiche e mai rinnegate influenze Jazz. Ma soprattutto, bisogna ascoltare "Fire In The Hole" con il suo intro pianistico tipicamente jazz, cantata in maniera sublime, fenomenale, mostruosa; e "Turn That Hearbeat Over Again", in cui le voci si amalgamano perfettamente a formare una delle canzoni pop-rock più belle di tutti i tempi.

Ma si può stare ore ed ore a parlare di ogni singola canzone, e delle ragioni per cui ascoltarla mille volte. Basta dire che questo album sfiora la perfezione. Ti fa rendere conto di quanto sia inutile il tasto "Skip" della radio. Anche i pezzi non citati, infatti, avrebbero infiniti motivi per essere ascoltate. Quasi mai una band è riuscita in questa impresa, ovvero fare un album in cui pescando un brano a caso si è sicuri di trovare un capolavoro. Album consigliato a tutti i fan del pop (quello buono), del rock, del jazz e della musica fusion.

Ma questo è solo un assaggio di quello che possono fare gli Steely Dan.

TRACKLIST (tutti i brani scritti da Becker/Fagen, tra parentesi il cantante)

  1. Do It Again  (Fagen)
  2. Dirty Work  (Palmer)
  3. Kings  (Fagen)
  4. Midnight Cruiser  (Hodder)
  5. Only A Fool Would Say That  (Fagen/Palmer)
  6. Reelin' In The Years  (Fagen)
  7. Fire In The Hole  (Palmer)
  8. Brooklyn  (Palmer)
  9. Change Of The Guard  (Palmer)
  10. Turn That Heartbeat Over Again  (Fagen/Becker/Palmer)
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