AVVISO AI PASSEGGERI. Stiamo per entrare in una perturbazione recensoria a bassissimo livello di oggettività. Allacciate le cinture. Mantenete la calma. Cercate di schivare iperboli e frasi roboanti, e "mettete la tara" a tutto quello che vedrete scritto da qui in avanti.

A tre anni di distanza dal folgorante ed inatteso ritorno di "Two Against Nature", si ripresentano con la consueta faccia tosta, e con l'aria di chi passava di lì per caso, questi due vecchi satiri fautori di un sublime AOR rifinito, intrigante, levigato, iperarrangiato e comediocomanda-suonato.

Forse Donald Fagen non ha più la voce di un tempo (per usare un eufemismo...), forse Walter Becker si è un tantino imbolsito, forse la produzione non è più la stessa senza Gary Katz. Ma tutto questo cosa può importare a un vecchio fan incarognito da vent'anni di attesa, novello Florentino Ariza spasimante di una Fermina Daza che non te la dà neanche a spararle? Uno che si è formato ideologicamente, sentimentalmente, financo sessualmente sulle morbide e chiaroscurali atmosfere di "Aja", sui toni cadenzati e cangianti di "Gaucho", sull'inarrivabile perfezione formale di "The Nightfly"?

E allora avanti, avanti con i geniali blues modificati di Don, con "l'accordo alla Steely Dan", con il bridge che svisa e porta la canzone da tutt'altra parte, con i testi intraducibili, autentici scioglilingua di slang americano zeppi di riferimenti colti, con gli onnipresenti coretti femminili che allungano e sfumano tutte le frasi (ma quante coriste vi siete fatti in trent'anni di carriera?), con le due chitarre che dialogano, sostengono e si punzecchiano, con l'impeccabile e sanguigna sezione fiati.

Tra i momenti migliori del disco: "Launch with Gina", sorretto da un affilato riff di chitarra, il pimpante "Blues Beach", l'agrodolce "Things I Miss The Most", il futuristico "Pixeleen", che sembra uscito dai solchi di "The Nightfly", il blues-gospel di "Everything Must Go", introdotto da un muscolare assolo di sax. Novità rispetto ai lavori precedenti: praticamente zero. Goduria, nostalgia, piedino che batte, e voglia di premere di nuovo il tasto PLAY alla fine del CD: ai massimi livelli.

Signore e signori, qui è il comandante che vi parla. Abbiamo abbandonato la perturbazione e i livelli di oggettività si stanno assestando sui valori normali. Ci scusiamo per il disturbo arrecatovi. Grazie per aver scelto Jake Chambers Airlines. Alla prossima.

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