STEFANO LENTINI - Fury

(Coloora Records)

Compositore di musiche per film e tv (ha lavorato con l’iconico regista coreano Wong Kar-Wai in The Granmaster, oltre che aver scritto la colonna sonoro di La porta rossa e del mega blockbuster televisivo RAI Braccialetti rossi), Stefano Lentini si avventura nella realizzazione di un disco che, fin dal titolo, mette le cose in chiaro. Se infatti nelle colonne sonore l’artista ha dovuto, gioco forza, seguire il mood dei film e dei serial TV, qui dà libero sfogo al suo di mood. Ed è subito FURY. Un disco che sia pure pensato con arrangiamenti chiaramente “classici”, si sviluppa con un’anima e un’attitudine tutta rock, a tratti heavy, altre volte addirittura prog. In Inghilterra, dove il disco è stato pubblicato (cosi come negli States), lo hanno definito “classica psichedelica”, tirando in ballo i Pink Floyd. Senza andare a scomodare i Floyd noi diremmo che Lentini chiaramente, visto anche il suo curriculum alle spalle, con le note ci sa fare alla grande. I canoni della classica vengono ribaltati con sonorità a tratti ambient, a volte quasi chill out. Qualcuno obietterà… Chill out e classica (vedi Moby, o le miriadi di compilation di Cafè del Mar) è da tempo che vanno a braccetto. Ma se lì c’era il sole di Ibiza, le pasticche da “gioia indotta”, qui non c’è niente da ridere (vedi alla voce icona dello smile, stampato spesso sulle pills di MDMA. Molto spesso tutto suona minaccioso. Ascoltate la title track, un furibondo e nevrotico incedere di archi, sax impazziti, per capire quanto l’alternative classic di Lentini sia qualcosa di nuovo, che niente ha a che fare con la scena super cool di Berlino o di label come Erased Records. Un viaggio a sé stante, coraggioso e intransigente.

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