Un viaggio intorno al mondo: dei suoni. È l'esperienza che facciamo ogni volta che ascoltiamo un lavoro di Stephan Micus. In apertura di "Darkness and Light", uscito nel 1990 per la ECM, ci saluta il dilruba, uno strumento indiano a 4 corde più altre 24 che vibrano per simpatia; suonato con un arco, lo strumento ha una tastiera molto simile a quella del sitar.

Qui i dilruba sono ben sette, sovraincisi l'uno sull'altro a formare una piccola orchestra da camera che rilascia il suo canto arcaico; poco dopo, entra la chitarra classica per un solo composto da un paio di temi aggraziati e malinconici: un breve episodio a cui si aggiunge il dilruba, che riprende la sua meditazione melodica in dialogo con la chitarra. Poi di nuovo chitarra sola, infine il ritorno dei dilruba cui si aggiungono 4 flauti di canna: due kortholt (strumento rinascimentale tedesco) e due suling (una specie di flauto dolce preso in prestito dal gamelan balinese).

Il brano ha dunque la struttura a-b-c-b-a, per mezz'ora di durata. "Darkness and Light" è suddiviso in 3 parti per 53 minuti complessivi di musica. Nella seconda parte ascoltiamo per 10 minuti lo sfondo austero dei dilruba su cui si intrecciano i soli di due ki un ki, uno straordinario strumento a fiato in uso alla tribù siberiana degli Udegey: fatto di una canna lunga due metri (vedi immagine di copertina), lo strumento si suona non con l'aria espiratoria ma con quella inspiratoria... Qui Stephan Micus ricorda le sperimentazioni di Jon Hassell, se non per il fatto che i suoni di Micus sono esclusivamente acustici.

Terza parte: otto Ballast-strings (la scultura sonora ideata dall'artista Paul Fuchs e dal musicista Dieter Trüstedt; assomigliano al lunghissimo suono di un gong) e tre dilruba nel registro grave producono sonorità cupe e notturne (darkness); dopo 4 minuti irrompe acutissimo il flauto di latta della tradizione folk irlandese (light), che si alterna negli assoli col dilruba, finché verso la fine del pezzo, 13 minuti la durata, i due strumenti suonano all'unisono lo stesso tema.

Prima di cominciare l'ascolto di "Darkness and Light" forse nemmeno sapevamo dell'esistenza di questi strumenti. Ma Stephan Micus, l'ambasciatore dei suoni, ce li ha rivelati. Ancora una volta, non possiamo che essergliene riconoscenti.

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