Pastoso come potrebbe esserlo un alligatore in mezzo ai denti, questo lavoro del gruppo canadese/statunitense si intreccia in una voluttuosa abulia.
L'Album si apre come una scatola di sigari pregiati senza soffermarsi dell'incuria e della villaneria circostante. La grancassa afona dei fastidiosi vicini viene qui annullata a colpi di sale e rame; si mastica tabacco e si mesce un grezzo tabulato riscritto più volte. Lapidario come un falsario, il lavoro non ammicca mai ai quei facili andirivieni che velocemente si affacciano nei commenti postumi.
Un'apocatastasi diafana che non si ferma al primo ascolto. Come in un set dove le luci vengo spente sovente, qui ci si ritrova, in modo garbato, a poter ricontare (e ricantare) le canzoni scambiando le note per un pacchetto di sigarette.
Adatto per chi vuole cambiare il tenore di vita del proprio giornalaio.
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