Alex Fusini e i suoi Fusix Studio sembrano essere sinonimo di qualità in ambito pop-punk, molte infatti le produzioni di successo passate tra le sue mani nel corso degli anni. Motivo questo che spinge sempre più volti nuovi ad affidarsi a lui, con risultati sempre ottimi in fatto di qualità dei suoni e altalenanti su ciò che le band mettono in piedi.

Il caso dei torinesi Stereo Age è sicuramente uno di questi, vale a dire un gruppo attivo da circa due anni e autore di un pop-punk fortemente influenzato (forse anche troppo effettivamente) da ciò che gli anni 90 hanno donato a questa tipologia di musica. Il problema fondamentalmente è sempre lo stesso: se questi progetti fossero stati messi in piedi anni or sono oggi staremmo parlando di star affermate, se invece nascono nel 2010 beh, è davvero difficile rimanere entusiasti all’ascolto.

Il loro “Strong Enough” parte con un difetto di base: con soli tre brani è praticamente impossibile inquadrare una proposta o ricavarci un’idea di base su ciò che sarà. A questo aggiungeteci ritmiche forsennate e il lato più happy-punk di Green Day (“Dookie”) e New Found Glory, con una strizzatine d’occhio a ciò che va di moda oggi ossia il party-core degli A Day To Remember ed eccovi di fronte all’ennesima band fatta con lo stampino. La proposta messa in piedi risulta comunque sia in linea con ciò che si ascolta oggigiorno in chiave pop-punk, brani godibilissimi fatti con la classica struttura riff/ritornello/riff, cosa che potrebbe attrarre i teenager alla ricerca di emozioni “forti”. Ripeto: è ancora presto per trarre conclusioni, magari col debut album i Stereo Age ci stupiranno con effetti speciali sorprendenti, al momento l’idea che si ha è quella di trovarsi di fronte a un prodotto commercialmente inutile e privo di personalità.

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