Tanta gavetta con gli iniziali EP sperimentali per poi riuscire a farsi conoscere dal pubblico. Cosa necessaria. Ma non perchè il successo sia fondamentale.

Alla fine è il gesto più generoso quello di far musica. Si esplicano melodie per gli altri. Se non si fossero flashati per produrre "Transient Random Noise Bursts With Announcements" non avremmo filtrato un altro capolavoro nella nostra testa.

E' una "cosa" delicatissima quella di suonare.

Puoi devastare, sconvolgere, innorridire o ammaliare un altro essere vivente, perfino un labrador o un gatto persiano gonfissimo su un divano più pigro di lui.

Gli Stereolab sono un mix di genio, follia, ironia e astrattismo. Si, perchè non ci si può accostare con tanta facilità al loro sound. C'è bisogno di una cultura, altrimenti è tutto nullo. Ti potrebbero anche essere "simpatici" (e già chi usa questo termine frettoloso mostra una scarsa preparazione), ma se non conosci Neu, Suicide, Soft Machine e Sonic Youth ti manca la base.

Quindi nella loro concezione si comprendono tre decadi. Per dirla in breve si colora una "Sister Ray" ancora di più di quanto lo avessero fatto Reed e amici. Diventa proprio un caleidoscopio con "Jenny Ondioline". Ops..ho giò detto troppo, ma va beh..è il bello della diretta. Non ci sono finzioni, è tutto vero, ma è ancora più impalpabile dello shoegaze.

Dopo la colonna portante di "Transient.." c'è però il rischio di perdersi. E ci sono riusciti, ma forse è questa la vera gloria. Negli altri due lavori successivi si sono abbastanza disorientati e mescolati, per poi ovviamente svanire.

Lo zenit è nel 1993.

La Sadier fa la parte di Nico dei Velvet (un canto perennemente etereo e anestetizzato..non siamo ai livelli dello slow core però eh). La sua è una ninna nanna dolcificata con un sonnifero allucinato, mentre le chitarre sono dei droni colorati e sempre in loop.

Tutto ciò è quello che si trova in "Jenny Ondioline" e nel suo EP. Nell'album è un viaggio di venti minuti, ma qua invece sono tre minuti di felice smarrimento masochista. Si alimenta la nostra anima con carezze e sussulti nevrotici, come in "French Disco". La classica strofa coinvolgente della ragazza e i watt che si alzano nei bridge. E' presente anche "Golden Ball", dove nel corso del brano pensiamo almeno due volte che un'altra canzone si sia intromessa come sottofondo degli Stereolab (ma solo se non abbiamo sentito "Transient..", visto che fa parte di quell'album). Lo shock sono i pazzi cambiamenti di tempo di questo mantra kraut, di questa band scomparsa troppo presto.

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