Possono essere - di fatto sono - eccelsi e terribilmente noiosi nel breve volgere di un cambio di traccia.

Di fatto questo è considerato uno dei migliori album degli Stereolab, e ne contiene le due anime principali.
La prima è fatta di melodie inconfondibili
, che richiamano la migliore tradizione pop transalpina - non foss'altro per l'autenticità di mademoiselle Sadier - che si mescolano con atmosfere tipicamente lounge, nel senso di anni '50-'60, e non di balearico.
L'altra di sperimentazioni di fatto semplificate e comunque a mio avviso un po' presuntuose: nulla di atonale o dissonante, qui si gioca sulle ripetizioni.
Se non si è capito, è quando centrano le prime che diventano veramente invidiabili, mentre risultano noiosetti quando si inerpicano lungo le seconde.

Qui abbiamo fulgidi esempi di pop songs à la Stereolab, alcune delle quali diventate standards nel repertorio della band, quali le note Wow and Flutter e Ping Pong.
Altri picchi si raggiungono con la ballata elettronica Des ètoiles electroniques - mi si scusi la ripetizione -, International Colouring Contest e la Three-Dee Melodie di apertura.
Altre cose si ascoltano con piacere e curiosità - ad esempio la lounge-issima chiusura di Fiery Yellow - mentre non mancano gli episodi trascurabIli quando non evidentemente tediosi come "Anamorphose".

Prendere o lasciare?
Meglio un ascolto preliminare, se possibile, con conseguente playlist del meglio su IPod o, diversamente, spazio ricavato sullo scaffale tra Stairs e Sting.

Carico i commenti...  con calma