Sono passati ormai venticinque anni dal meraviglioso esordio degli Stereophonics, quell’assoluto gioiello che risponde al nome di “Word Gets Around”.

L’intenzione iniziale del leader Kelly Jones era quella di pubblicare una nuova raccolta, a quattordici anni dalla precedente “Decade In The Sun”; si è messo quindi a rovistare negli hard disk alla ricerca di pezzi adatti allo scopo, rendendosi conto che tante di queste canzoni accantonate avevano del potenziale. E’ così che lo scenario cambia rapidamente, e quella che doveva essere una semplice celebrazione diventa a tutti gli effetti il nuovo e dodicesimo disco della band gallese.

Jones, infatti, si mette a scrivere ulteriori nuovi brani e decide di mixare vecchio e nuovo, in un ideale dialogo tra passasto e presente: ne viene fuori questo “Oochya!”, un doppio lp di quindici pezzi prodotto dallo stesso Jones assieme ai confermati George Drakoulias (dopo il suo grandissimo lavoro sul precedente e bellissimo “Kind”) e Jim Lowe.

Il talentuoso frontman aveva anticipato un ritorno al rock dopo il sound più delicato e ricercato del precedente lavoro, e così è, anche se solo in parte; se infatti si parte in quarta con l’hard rock cafonissimo in odor di ZZ Top del singolo “Hanging On Your Hinges” (considerata per “Kind” ma tenuta fuori per lo stile troppo diverso rispetto agli altri brani), si prosegue poi addentrandosi in un disco che rappresenta la quintessenza dello Stereophonics sound. In realtà, sembra quasi di ascoltare un best of di inediti per quanto tutti gli stili del quartetto siano riscontrabili ora qua, ora là.

Due dei brani inseriti in scaletta erano già stati pubblicati in precedenza come b-sides, e vengono qui riproposte con un arrangiamento leggermente diverso ma egualmente efficace: se la fantastica ballad “Forever” (precedentemente pubblicata come b-side proprio durante l’era “Decade In The Sun”) si guadagna addirittura i galloni di singolo, il blues accorato di “Seen That Look Before” viene riproposto a nove anni dalla prima pubblicazione ricevendo finalmente l’esposizione che merita.

Non mancano omaggi divertiti agli eroi musicali di Jones, come nel caso della spudorata “Running Round My Brain”, AC/DC fino al midollo, e la fantastica “Wheen You See It”, ispirata ai Pearl Jam ed autentica summa di tutto il ‘phonics pensiero in musica. “Do Ya Feel My Love”, ovvio secondo singolo, è un mini inno già pronto per le arene estive ed entra di diritto nel fitto carniere di instant classics della band, così come l’altro estratto “Right Place Right Time” rimanda con le sue delicatezze acustiche ai tempi del fortunatissimo “J. E. E. P.” e ci regala una botta di nostalgia al cuore.

Non mancano i refrain da mandare a memoria (“Close Enough To Drive Home”, sorta di cugina matura di “Have A Nice Day”) e terreni fertili per l’incredibile vocalità del leader (“Every Dog Has Is Day”, quasi un episodio solista), in un tripudio di rock fatto come si deve che non fa altro che confermare gli Stereophonics come pesi massimi della categoria.

Brano migliore: When You See It

Carico i commenti...  con calma