L'8 Marzo 1999 esce il secondo disco dei gallesi Stereophonics, battezzato "Performance And Cocktails", titolo estrapolato dal testo della opener "Roll Up And Shine" ("Roll out the shock parade/Free falling from a stage/Performance and cocktails/Roll up and shine").

Il disco è anticipato da due singoli, che preannunciano il grande successo che verrà: il primo, "The Bartender And The Thief", è un tiratissimo rock‘n roll divertente e frenetico, che tocca la posizione numero tre nella chart inglese dei singoli. Il secondo, "Just Looking", è una fantastica ballata elettrica con protagonista la stupenda voce di Jones; il pezzo si arrampicherà sino alla numero quattro.

Il terreno è fertile, quindi, per la pubblicazione del secondo album, che esce sotto etichetta V2, conquistando subito la vetta assoluta della classifica inglese e risultando disco di platino dopo sole tre settimane: a tutt'oggi, è universalmente riconosciuto come il miglior lavoro dei gallesi, e li porterà a suonare davanti a cinquantamila persone al Morfa Stadium di Swansea (miglior concerto di quell'anno in Gran Bretagna).

Ma veniamo al disco: registrato in tre studi differenti (al Real World Studios di Bath, al Parkgate nel Sussex e al Rockfield di Monmouth) e scritto interamente da tutti i membri della band, è un lavoro grezzo e molto diretto, diverso rispetto all'esordio grazie alla decisone di passare alle chitarre Fender, per dare una svolta al suono ritenuto non esattamente soddisfacente di "Word Gets Around". Oltre ai primi due, sono altri tre i singoli estratti dal lavoro; l'allegra e solare "Pick A Part That's New", l'acustica e frizzante "I Wouldn't Believe Your Radio" e la malinconica "Hurry Up And Wait", mostruosamente bella nella sua melodia "in progressione".

Il resto del disco è di una bellezza a tratti imbarazzante; nei pezzi più tirati, come l'aggressiva "Roll Up And Shine" e la breve ma intensa "Half The Lies You Tell Ain't True", il connubio fra le chitarre roboanti e la voce bluesy e "sigarettata" del leader funziona alla stragrande. Nei numeri lenti, è ben evidenziata la straordinaria capacità interpretativa di Jones, ma soprattutto in tutte le canzoni viene fuori una incredibile ispirazione che porta i ‘Phonics a partorire melodie incredibilmente accattivanti ed incisive, come nella ritmata e bellissima "T-Shirt Sun Tan". Notevolmente riuscita anche la ballata "Is Yesterday, Tomorrow, Today?", così come "Plastic California", che parte piano piano per poi lentamente esplodere nel fantastico finale. Di contorno a tutto ciò, qualche numeretto semiacustico (tra cui spicca una sorniona "She Takes Her Clothes Off") che non guasta affatto, anzi.

In definitiva, siamo di fronte al massimo picco creativo dei ‘Phonics, nonché ad uno dei migliori album partoriti dalla Gran Bretagna del dopo britpop.

Carico i commenti...  con calma