Un suono austero e primitivo.
37 minuti per 3 soli lunghissimi viaggi. In questo terzo lavoro del gruppo di Chicago i componenti originari Tony Lazzara (batteria) ed Eric Chaleff (chitarra) vengono affiancati da Al Burian dei Milemarker al basso e da Andy Lansangan dei 90 Day Man al piano elettrico ed all'hammond. Gli Sterling non rientrano nemmeno per sbaglio nelle classiche definizioni di post-hardcore o post-rock. Estremi, oscuri, psichedelici, notturni, a volte contorti e altre semplicissimi sono da sempre totalmente strumentali e totalmente sperimentali.
Per chi ama perdersi allo stesso modo dentro lunghi meandri ambientali e sonorità "post" questo "Cursed" è un'ulteriore prova dell'unicità di questa band. Dediti prima ad un totale sperimentalismo decostruito ed ora rinati in una creatura diversa ma sempre originale. Psichedelia sognante, rock progressivo, post-hardcore, suggestioni cinematografiche, vibrazioni garage: sono molte ed eterogenee qua le carte in tavola ed insieme concorrono alla definizione di uno stile tanto affascinante quanto poco inquadrabile. Un basso pulsante, mastodontico trascina dentro di sè ogni cosa, crea un'imbuto sonoro mentre il piano elettrico od in alternativa l'hammond tratteggiano progressioni davvero compenetrate al sound del gruppo, mentre le chitarre distorte hanno un suono amorevolmente vintage. Atmosfere nero pece e romanticissime nello stesso istante. Pur non perdendo la sua natura deviante, anzi facendo modo che questa esca fuori meglio applicata a strutture più accessibili il melting pot sonoro degli Sterling (insieme alle loro bizzarrie in fase di mixaggio) suona perfettamente inserito in un contesto, funzionale ad un qualcosa.
La musica va di conseguenza con molti saliscendi emotivi: progressioni tipiche del post-hardcore (come in "Lurker"), del prog anni '70 (come in "Acacia") o del kraut (come nella conclusiva e magnifica "Eyes") sfociano o mutano in deflagrazioni cosmico-psichedeliche della miglior specie. Non ci sono troppi gruppi che secondo me esprimono questo "fuoco freddo" e questa creatività nel suonare. I tre pezzi cambiano pelle ed atmosfera in continuazione infatti: si possono trovare trovare i King Crimson ed i Neurosis, le chitarre distorte e lo space-rock, le melodie e l'urgenza. Tutto assemblato con personalità ed inventiva e come già detto difficile da incasellare ma anche sorprendentemente piacevole e non difficilmente assimilabile all'ascolto. Se il punto di partenza dell'ensemble di Chicago è ora un flusso musicale sinusoidale che può suscitare le emozioni più svariate, il gradino successivo è quello in cui sono i momenti tra i vari nuclei sonori a venire esaltati. Un pò come se la loro musica scorresse al rallentatore ed in questo slow-motion potessimo scorgere tutti i più piccoli mutamenti nell'atmosfera sonora del gruppo. E' quello il momento in cui il gioco si fa più esplicito e rivelatore, in cui sembra di assistere con sguardo più lucido al baillame sonoro dal quale siamo costantemente circondati.
Per le mie povere (ed a volte nostalgiche di certe sonorità lo ammetto) orecchie davvero una sopresa questo "Cursed" così radicato com'è indietro nel tempo senza però essere retrò o peggio ancora anacronistico. Gli Sterling suonano impetuosi, viscerali ed allo stesso tempo decostruiti, ragionati e progressivi. Così finisce la recensione del disco nel sito della loro etichetta, per tornare al discorso delle bizzarrie sonore:
"One of the most striking qualities of Cursed is the production value and it?s uniqueness. For example, low end is usually the first thing to go in mix down due to its tendency to muddy an album, however Sterling has harnessed the low end, going so far as to even triggering deep 808 kick drum samples in unison with kick drum hits. These low-end techniques create a dark and powerful sonic wall that sounds dramatically different than a vast majority of recordings. "
Certo, potrà sembrare solo pubblicità chiaramente, ma se non li avete mai ascoltati fidatevi per una volta, niente di più vero.....
Carico i commenti... con calma