Dopo la fugace esperienza con i GTR, Steve Hackett decide di riprendere un discorso interrotto nel 1983, creando un'altra opera totalmente incentrata sulla chitarra classica, e lo fa dando alla luce "Momentum", di cinque anni più giovane di "Bay of Kings" (siamo infatti nel 1988), ma più maturo e soprattutto più omogeneo del fratello maggiore, essendo stato sviluppato in un arco di tempo molto minore. La registrazione digitale rende il suono chiaro e pulito ed elimina ogni tipo di fruscìo in sottofondo, a differenza di quanto avveniva nel lavoro precedente. Quello che invece non cambia è l'atmosfera, le note che scaturiscono dalla chitarra di Steve ci suggeriscono una musica proveniente dal passato, ci incantano con ballate medievali e sapori antichi, il tutto grazie anche ad un'altra irrinunciabile costante: la presenza, in alcune tracce, del fratello John al flauto.
Il disco si apre e ci troviamo subito dinnanzi ad un capolavoro colossale: "Cavalcanti", che si presenta inizialmente come un tema di chitarra caldo e malinconico, si sviluppa poi seguendo toni più decisi, fino a lasciare il posto sul finale ad una evocativa e struggente cavalcata di flauto. Dopo tanta emozione ci attende "The Sleeping Sea", una composizione piuttosto cupa dalla quale traspare una sorta di lontana inquietudine. Come già succedeva per alcuni brani di "Bay of Kings", viene qui utilizzata l'accordatura a Re abbassato, come si evince dal suono profondo che scaturisce dalla chitarra. Lo strumento, nella seguente "Portrait of a Brazilian Lady", dipinge con le note un quadro dolce e nostalgico, con uno stile che si presta molto a certe influenze sud americane. Il pezzo è dedicato a Nina, la nonna di Kim (compagna di Steve nonché autrice, come al solito, del dipinto in copertina). Il brano successivo viene realizzato con l'uso del tremolo ed è probabilmente la prova più convincente di Steve con questa tecnica. "When the Bell Breaks", con le sue arie romantiche e toccanti, è infatti uno dei punti più alti del disco. "A Bed, a Chair and a Guitar" inizia ricalcando le note di un vecchio brano classico per poi svilupparsi inseguendo sonorità più folk, fino a concludersi con dei fraseggi eseguiti in stile più moderno.
"Concert for Munich" è un pezzo decisamente celebrativo e vede Steve, prima impegnato alla chitarra synth per ricreare un tappeto d'archi atto ad accogliere il flauto del fratello, che fa la sua comparsa nella seconda parte della composizione, e dopo intento a supportare la melodia eseguita da John con un leggero accompagnamento. Lo stile barocco del chitarrista viene evidenziato ancora una volta dall'esecuzione di "Last Rites of Innocence", altro vertice del disco. Gli aspetti romantici presenti in questo brano fanno la loro comparsa anche nel successivo "Troubled Spirit" che avanza prima in acque scure e agitate fino a risolversi in atmosfere più serene e rilassate sul finale. In "Variation On a Theme by Chopin" Steve si cimenta nella libera interpretazione di una composizione di questo autore classico, alternando passaggi fedelmente riprodotti ad altri eseguiti seguendo schemi maggiormente personali. Torna il romanticismo con le sue arie leggermente malinconiche e torna pure la tecnica del tremolo nella seguente "Pierrot", la prima traccia scritta per questo disco, che ha anche il compito di introdurre il brano finale che dà il titolo all'album. "Momentum" è un altro pezzo profondamente romantico, che ,con il suo incedere melodico, sembra continuare in maniera più sommessa la cavalcata iniziata al principio di quest'opera.
Nella versione rimasterizzata del cd trovano posto altre tre tracce (come già avvenuto per "Bay of Kings") che innalzano ancora di più il livello di questo lavoro. La prima è un'interpretazione della bachiana "Bouree", che ha avuto modo di essere apprezzata in passato anche grazie alla versione, eseguita al flauto traverso, di Ian Anderson nel disco dei Jethro Tull "Stand Up", del 1969. La seconda traccia aggiunta, che risponde al nome di "An Open Window", è anche la più lunga e complessa dell'intero lavoro. Questa composizione si sviluppa seguendo innumerevoli fasi e cambi di stile dove trovano posto il jazz, il folk e perfino il progressive. Tutto ciò rende questo affresco acustico una gemma di irripetibile originalità. Il disco infine si conclude con la trasognante e delicata melodia di "The Vigil" che sembra accarezzarci dolcemente il viso mentre ci indica la fine, ormai visibile all'orizzonte, di questo viaggio in un tempo lontano e fantastico che non ci appartiene, ma che possiamo, nonostante ciò, visitare grazie ad opere come questa.
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