Se il Nulla affascina l'umanità da millenni, se il nichilismo è una corrente filosofica che non conosce crisi, allora si potrebbe salutare "The Magnificent Void" di Steve Roach come una delle più interessanti incarnazioni musicali sul tema.
Senonché quest'album, pure riuscitissimo, sembra essere un manifesto al contrario del tema che vorrebbe illustrare: le sonorità piene invece che il Vuoto, la saturazione dello spazio sonoro invece che il Nulla.
Vediamo di spiegarci meglio: "The Magnificent Void", uscito nel 1996 (e ispirato dal lavoro dello psichiatra Stanislav Grof, di cui una citazione appare sul retro della copertina), si presenta come un lungo, ininterrotto brano (69 minuti) di magmatica musica ambient/elettronica. Esiste un'articolazione interna lungo l'arco della composizione, tanto che il cd è suddiviso in otto tracce ciascuna con un titolo proprio.
Né manca una (relativa) varietà, tanto che i diversi episodi che costituiscono il lavoro si caratterizzano per una propria fisionomia e acquistano un loro carattere durante l'ascolto: alcuni sono limpidi esempi di purissimo suono elettronico, in altri momenti Roach sporca la nitida superficie sonora con un rugginoso tintinnare metallico.
Ma è l'impressionante presenza acustica di questo wall of sound inesausto, i tempi e le sonorità dilatate all'estremo che rendono questo album una sfida alle nostre abitudini percettive: non un attimo di requie, non una scintilla di luce in quest'universo tenebroso. E quando, passati quasi 50 minuti dall'inizio della musica, vi accorgete che resta da affrontare l'ultima traccia del disco (la conclusiva "Altus", 20 minuti), la musica subisce un'improvvisa accelerazione e crescità in densità, cosicché il finale dell'album sottopone l'ascoltatore a un autentico tour de force in cui si ha l'impressione concreta di ingaggiare una lotta contro il suono che vi viene addosso senza tregua, costretti a opporre la propria resistenza di esseri umani per non esserne infine sopraffatti e annichiliti.
Nella dialettica tra il Vuoto della tesi iniziale (il titolo dell'album) e il pieno dei suoi esiti musicali, si assiste al lento svolgimento delle volute serpentine di "The Magnificent Void": il disco magnifico.
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