Dopo il rumorismo ed il suono minaccioso di "Melting in the Dark" la luce ed i colori ritornano ad essere protagonisti nel successivo album di Steve Wynn. E' passato poco più di un anno e New York è diventata la sua nuova casa.

La copertina, così luccicante e solare, ci racconta come il ragazzo di Los Angeles ha ritrovato nella Grande Mela quella necessaria tranquillità per lasciarsi andare, per comporre un disco lieve e soffuso. Un lavoro che profuma di energia positiva in ogni singolo brano.

Ci sono alcune interessanti novità a cominciare da John Agnello (chiedere lumi a J Mascis dei Dinosaur Jr. sulla sua valenza) che si occupa della produzione ed in particolare del suono delle chitarre; un suono che lascia da parte per una volta la distorsione che aveva accompagnato Steve soprattutto nei Dream Syndicate (e qui scatta il mio solito inchino reverenziale nei confronti del Sindacato).

Ma la novità più importante di "Sweetness and Light" è la presenza di Linda Pitmon incredibile metronoma alla batteria che diventa anche compagna di Steve; è lei la luce e la dolcezza che si ricava dal titolo dell'opera.

Il Rock Psichedelico dell'opener "Silver Lining", la leggerezza Pop con tanto di ritornello contagioso della successiva "Black Magic", la sublime title track che è debitrice del miglior Tom Petty. Non può mancare la ballata brividosa nella conclusiva e biografica "If My Life Was an Open Book"; ci sono anche due magnifiche cover che a questo punto da soli vorrete di certo scoprire.

Album per me di un niente al di sotto delle cinque stelle; preferisco Steve nella versione dove spinge sul lato più fragoroso e Rock del suo inestimabile repertorio.

Ad Maiora.

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