"I giardini della luna" è il primo romanzo che compone la saga "La caduta di Malazan" scritta dall'archeologo antropologo canadese Steven Erickson. la saga nasce nei primi anni 80 come gioco di ruolo ma dopo varie vicissitudini e un contratto stellare con la casa editrice inglese Bantam UK nel 1999 pubblica questo romanzo, dopo 5 anni l'Armenia casa editrice italiana porta nel bel paese quest'opera e lo fa con tutti i presupposti per fallire, si presenta con una copertina scandalosamente brutta, e traducendo il nome dell'intera saga in maniera errata infatti in lingua originale l'opera si chiama "the malazan book of the fallen" che sarebbe stato consono tradurlo in " il libro malazan del caduto" e non "la caduta di malazan" ma, dato che l'abito non fa il monaco diciamo che se fuori il libro si presenta in una veste grafica paragonabile a "cioè" possiamo dire che dentro il romanzo è qualcosa che farebbe gridare al miracolo ogni amante del fantasy.

Il romanzo è un High-Fantasy cioè quel filone del genere che crea senza compromessi un mondo completamente originale, quindi molto rischioso perchè è facile cadere nei soliti clichè. Erickson crea un mondo totalmente nuovo che esuala da tutto ciò che Tolkien prima e poi DeD hanno racconato, infatti qui non troveremo elfi nani orchi gnomi, ma bensi tutte razza nuove come i tiste andii i t'lann imass e queste sono solo 2 delle molte creature create dal brillante canadese, il tutto descritto in maniera maniacale cosi precisa e realistica, forse la sua vena storica archeologa e antropologa l'avrà aiutato in tutto ciò. La trama si dipiana in 700 pagine circa diviso in 4 eventi principali, il primo parla direttamente della sommossa generale creata nella capitale dopo l'uccisione del'imperatore, la seconda parte parla diversi anni dopo l'uccisone dell'imperatore  su di un isola dove l'abitanti e l'esercito malazan viene massacrato da due figure misteriose tranne una giovane donna che scompare per poi passare ai 2 atti finali che parlano delle campagne militari dei malazan nei confronti delle città libere adiacenti l'impero.

Il grande problema di questo librò risiede nelle prime 200 pagine perchè l'autore ci mette al corrente di eventi e fatti a noi non noti cosi da lasciarci sperduti e intimoriti dalla prosa un po elitaria, ma se si ha il coraggio di andare avanti ci ritroveremo tra le mani un capolavoro dove tutte le trame vengono risolte con dei memorabili colpi di scena, il tutto scritto e descritto in maniera iperealistica. Degne di nota è come l'autore descrive i rapporti e i comportamenti della compagnia "gli arsoridi ponti" e forse l'unica cosa in cui si può digrignare i denti sono le relazioni amorose non descritte perfettamente, cosa altro dire LEGGETELO al massimo avrete tra le mani un romanzo che ha un capo e una coda.

A mio modesto avviso questa saga se pur accompagnata da pessime copertine è una tra le migliori che abbia mai letto mi ha fatto sognare a occhi aperti e mi ha fatto vivere mille avventure e questo non è poco.

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