Sound And Sentiment, neverworking, enjoy!
1981. "Music Of The Kaluli" è una semplice registrazione di 8 minuti dei Kaluli che cantano, parlano e gridano durante il disboscamento di un pezzo di terra per un orto.
Torniamo indietro...
Nel 1976 un musicista-antropologo Steven Feld si recò sui pendii del monte Bosavi in Papua Nuova Guinea con l'intento di studiare per la sua tesi di laurea il popolo Kaluli, noti per la loro vocazione musicale e per la loro grande solidarietà e ospitalità, Feld fu introdotto come fratello (ao) di Bambi Schieffelin e cognato di Buck Schieffelin, due antropologi da tempo sul posto ormai amalgamati con il popolo Bosavi, ha potuto così dialogare e analizzare questa gente che tuttora vive nel villaggio di Sululib.
I Kaluli sono agricoltori e cacciatori, esogami ed esperti ornitologi, infatti nella loro cultura hanno un dualismo molto intrinseco con la natura aviaria delle loro zone incontaminate. Gli uccelli rappresentano una società metaforica e i loro canti rappresentao forme di sentimento e ethos, nel Bosavi esistono 6 forme di canzone, Gisalo e' la forma propria dei Bosavi ed e' stata concepita da loro, in funzione proprio con il canto degli uccelli.
GISALO è la cerimonia principale per questo popolo, si svolge nella longhouse (casa comunitaria) dal crepuscolo fino all'alba, i testi sono tristi ed evocativi riflettono un senso di perdita e abbandono, l'efficacia delle composizioni si stabilisce in base a quanto pianto hanno suscitato dali spettatori che molte volte presi dall'emozione così forte provocano dell bruciature al danzatore, reo di aver provocato in loro troppa sofferenza con l'evocazioni di luoghi, azioni o persone comuni a tutti.
"IL MITO DELL'UCCELLO MUNI", è legato allla reciprocità dei rapporti tra sorelle e fratelli, in questo mito il rapporto è mediato dal cibo, la sorellina maggiore si rifiuta di dare un gamberetto pescato al fratello minore, questo per la societa' Kaluli rappresenta la massima anormalità, il bambino implorando un gamberetto e non ricevendolo nel momento in cui ne pesca uno diventa un uccello Muni (colomba frugivora) e vola via nel cielo seguito dal lamento della sorella pentita. Questo mito è alla base del pensiero Kaluli non solo per un'aspetto cibario, ma anche perchè il restare soli, l'abbandono a se stessi e' uno egli aspetti più tragici per questo popolo.
I Kaluli si esprimono come gli uccelli Muni durante i funerali o eventi che suscitano un dolore profondo, quando c'e' una cerimonia il performer aquista per gli occhi dei Kaluli la forma di uccello, e i fruitori impietositi dai racconti cosi' evocativi scoppiano in un pianto profondo (sayelema o ganayelema). Lo stesso pianto e lamento a cui possiamo assistere durante un funerale o un evento drammatico, i suoni sono quelli della natura.
Chi ascolta queste canzoni riorganizza le proprie esperienze, le parole sconvolgono lo spettatore, i testi parlano di tristezza e dolore, le immagini provocano solitudine e esperienze personali, mediante dei TOK che sono degli artifici che servono a riferire immagini patetiche e evocative.
La terminologia relativa alla canzone è legata al suono delle cascate e del movimento dell'acqua, il suono è quindi naturale come l'acqua o il canto degli uccelli, il testo è culturale e rievocativo, partecipare ad una cerimonia viene paragonato ad essere immersi nella foresta o nei pressi di una cascata, diventare un uccello significa passare dalla vita alla morte, poichè gli uccelli sono lo spirito incarnato dei morti, questa è la metafora primaria per i Kaluli, l'unico stato emotivo che ha il potere di evocare sentimenti di nostalgia, senso di perdita e abbandono.
Le colombe frugivore mediano sentimenti di tristezza e isolamento nei suoni del lamento, della poetica e della canzone.
Il comportamento tipico Kaluli è drammatico emotivo e dimostrativo-riflessivo, essi non razionalizzano la cerimonia come potrebbe fare un occidentale ma riflettono commossi con entusiasmo e drammaticità al lamento e alla canzone.
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