"I spit on your grave", qualcuno potrebbe ricordarlo, è stato un film che fece parecchio scalpore intorno alla fine degli anni settanta, propinando scene esplicite di stupro e di violenza nei confronti della protagonista; un calderone di perversione tale da includere nella logica del branco anche una persona mentalmente disabile. Film che fu per ovvie ragioni censurato, salvo essere successivamente riedito con titoli differenti e con tanto di un seguito. Perché quindi non aggiungere anche un remake oggi come oggi, avvalendosi di una censura sicuramente meno intransigente rispetto ad allora?

A dare una risposta plausibile troviamo appunto questa produzione inclusiva del regista originale, che a mio modesto parare ha apportato un'ottima rilettura al film: in primo luogo la prospettiva viene nettamente spostata, forse anche in chiave commerciale, già a partire dalla protagonista, più giovane e segsi, e che appare nettamente "andarsela a cercare", rispetto alla protagonista del film originale (che rimane in ogni caso molto cruento: difficile stabilire quale lo sia di più), ed andando ad aggiungere oltre a questo, anche un maggiore enfasi sul lato psicologico relativo al trauma da lei subito, accentuato dalla premeditazione espressa dal passare di un lasso temporale molto maggiore tra l'aggressione e quella che sarà poi la vendetta; trasformando quest'ultima, infine, in qualcosa indubbiamente molto più cruento rispetto alla prima versione; buono anche per farsi qualche risata per chi ha già familiarità col genere horror, con tutta una serie di torture abbastanza improbabili sia a livello logistico che razionale (nonche palesemente inverosimile sotto alcuni aspetti) prese a prestito da Saw l'enigmista, che vanno ad enfatizzare appunto il cambiamento interiore devirante dal trauma subito.

La vera aggiunta meschina che troviamo è quella dello sceriffo, che assume una connotazione aberrante in un contesto che già di per sé trasuda odio a palate; verso le donne, ma anche verso la città, trattandosi appunto di una vicenda ambientata nel sud degli Stati Uniti, in cui i colpevoli, con poche opzioni valide per impiegare il tempo se non ascoltare southern rock 'n'roll o prendere a mazzate i pescegatti appena pescati, e che faranno appunto la (s)piacevole conoscenza della ragazza di città in cerca di pace per scrivere un libro, maturando piano piano l'idea infima; così come farà, dissociatamente rispetto ad essi, anche lo sceriffo (per la serie "l'occasione fa l'uomo ladro") loro conoscente e amico; con tanto d'intento finale di omicidio. Passata la prima parte, il film avrebbe in verità potuto prendere un binario molto più interessante rispetto a quello della mera vendetta brutale, usufruendo di elementi reletivi all'aspetto "crime" e antagonistico (occultamento delle prove ecc.), o psicologico di seduzione come nel film originale.

Complessivamente andando a tirare le somme l'opera in se rimarrà un grandissima stupidaggine per i più; un horroraccio-sexy per altri; e un remake ben fatto per quello che mi riguarda, anche se non per questo sufficiente a livello qualitativo. 

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