Ci sarebbero tante cose da dire sullo Squalo: il primo film che inaugura la serie dei mostri cattivi, al cui impianto sceneggiatoriale si sarebbero ispirate poi pellicole analoghe su coccodrilli, boa, piranha, ma anche i più blasonati Alien, Predator: la comparsa stillicidica dell' "altro da te" e il mistero che lo avvolge, le prime inspiegabili morti, l'esplosione del terrore, la sua distruzione per opera dei buoni e la traslazione finale tipo 'lui è un mostro, ma ha più cuore di noi'.
Ci sarebbe molto da dire anche sul fatto che 'sti americani hanno passato la loro esistenza a cercarsi il nemico in casa, sublimando il "pericolo rosso" sin dai tempi dell'Invasione degli ultracorpi, per cui lo Squalo altro non potrebbe essere che l'ennesimo travestimento di un sottomarino bolscevico. Molto ci sarebbe da dire sulla faccia più storta di Hollywood, Roy Scheider, che quanto a occhio inespressivo gareggia e non poco con la pupilla vitrea del pescecane che è chiamato a uccidere. E sull'interpretazione magistrale del lupo di mare, sulle due stelle cadenti (vere) che passano nel cielo durante le riprese, e sulla frase più bella che abbia mai sentito in un film di questo genere: 'non siamo noi a dare la caccia a lui, è lui che dà la caccia a noi'. Ma...
Io preferisco guardare questo filmetto per quello che è e dare un tipo di lettura dal bassofondo, dicendo per prima cosa che proprio dalla quadrilogia dello Squalo viene una risposta solenne ai luoghi comuni che attanagliano il maschio medio italiano in cerca di certezze sulle sue prestazioni sessuali: ovvero, aumentando le dimensioni, non aumenta il divertimento. A confronto del quarto ma soprattutto del terzo pescione impiegato nella saga familiare, issato alla stazza della balena, il primo sembra un'aringa. Ma quanto più inquietante è il suo scivolare tra alghe e fondali, quanto più spaventevole l'affiorare a galla della sua lucida pinna. Io personalmente quando lo fanno fuori provo sempre un senso di 'no, cazzo, anche stavolta l'ha beccata quella stracazzo di bombola?' e il sollievo che dovresti provare nel veder morire il mostro non mi ha mai preso. Anzi, ho sempre fatto il tifo per la bestia, e avrei sempre voluto vedere più sangue, più carne a brandelli dentro le sue fauci, più grida terrorizzate sul bagnasciuga.
Ed è per questo che ogni anno, quando d'agosto Retequattro ce lo propina, m'assido in tel divano aspettando che... forza squaletto, magnali tutti!
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