Non è mai facilie tessere lodi per un film del genere senza cadere nel banale o nel retorico (Così direbbe il Teo, Stucchevole, direbbe).
E' ormai appurato che Spielberg lavora bene ad un film quando la storia che decide di raccontare lo riguarda da vicino, lo si era capito con "Schindler's List" appunto e verrà confermato con "Salvate il soldato Ryan". Di Spielberg si può dire tutto, si può dire che è un gran furfante a cui piace gigioneggiare (questa l'ho presa in prestito dal buon Pizzul) con storielle per bambini pervase di buonismo (ma anche no, si veda "Duel", "Jaws", "Amistad", "Munich" etc...) fintissimo e fine a se stesso. Ma se c'è una cosa su cui io sono sicuro ( e immagino anche molti di voi) è che Spielberg è un abile mestierante e, in alcuni casi, un grandissimo regista.
Uno di questi casi è, per l'appunto, "Schindler's List". La storia dell'olocausto raccontata attraverso gli occhi di Oscar Schindler, donnaiolo col naso per gli affari, che come dice all'inizio, è "arrivato qui con due valigie vuote ed è tornato a casa con altrettante valigie gonfie di denaro". Quello che non sa è che tornerà con meno denaro di prima ma la consapevolezza di aver salvato un migliaio di persone.
La storia, dipinta attraverso un ottimo (e non furbo) bianco e nero, ci permette di entrare in contatto con altri personaggi chiave, come il contabile Stern e il comandante del campo Amon Goeth (da antologia l'entrata in scena del suddetto che, dopo essere stato informato dei dettagli sostanziali del campo e alla domanda "Ha qualche domanda UntesthurmFhurer?" risponde con un "Ya, perchè la capotta è abbassata? Sto gelando..."). E' incredibile lo stato di grazia dell'intero Cast, ed in particolare il terzetto di testa Neeson, Kinley e Fiennes.
Ci sarebbero moltissime cose da dire su questo film, ma mi limiterò a sottolineare l'eleganza con cui è stato girato (con inquadrature chiaramente ispirate alle foto d'epoca), il cappottino rosso della bambina e il solito perfetto John Williams.
E' probabilmente uno Spielberg al massimo delle sue potenzialità (o quasi) quello di "Schindler's List", film a mio parere inattaccabile (fatta eccezione di un paio di scene tranquillamente evitabili, come quella della "pistola inceppata", francamente troppo forzata). Il resto, la storia di Marketing a tutti i costi, il buonismo tanto sbandierato che trasuda in ogni scena (ma dove?) e il "furbo" bianco e nero le trovo, francamente, polemiche fini a se stesse.
Curiosità, nel finale del film, quando vediamo i veri ebrei di Schindler che gli rendono omaggio, si può notare alla fine della sequenza un uomo che appoggia una rosa sulla tomba. L'uomo è proprio Spielberg stesso.
La Scena? Quella di Amon "quella non è una villa, è una casetta" Goeth che, dopo essersi svegliato e sgranchito a dovere, si fuma una sigaretta sul balcone mentre tra una boccata e l'altra fa il "tiro all'ebreo" con un fucile da cecchino.
"Capisce vero che per noi non fa alcuna differenza vero? Questo..quello, non ce ne importa niente, sono solo gli inconvenienti della lista...un lavoro di scartoffie!"
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