Solo gli ingordi si ingozzano senza pensare alla qualità del cibo.
A quanti sarà capitato di collezionare l'opera omnia di un autore che non si conosce affatto? Ecco, questo forse non è un comportamento normale, almeno non razionale, ma se l'autore è Stieg Larsson? Potrebbe diventare più comprensibile?
Primavera del 2009: era appena arrivato in Italia "La regina dei castelli di carta", opera conclusiva della Trilogia di Millennium; l'autore era già morto, non avrebbe potuto fare di più, questo è quanto mi bastò per decidere di comprare tutti e tre i volumi: ma che motivo è mai questo? Diciamoci la verità, fui presa da un' irrazionale, quanto impellente ed improcrastinabile necessità di "possedere" quei libri, subito, tutti e tre: insomma comportamento da piccolo bambino egoista, primogenito e figlio unico...
Il piacere fisico di possedere tutta l'opera e di poterne disporre a mio piacimento, lasciò il passo allo stupore della scoperta del "metodo Larsson", come io lo chiamai: intricate storie vengono giù dalla penna, come affluenti che ingrossano un fiume e lo accompagnano sino al mare, ognuno con la propria portata d'acqua e il proprio percorso, ma tutti uniti per raggiungere lo stesso traguardo.
Questo accade nei primi due libri: storie e personaggi apparentemente affluenti solitari, che si uniscono per dare origine al terzo tomo, un fiume in piena, con tumultuose e pericolose rapide, che ti sommergono e ti lasciano senza fiato, con salti temporali che aumentano la velocità della corrente narrativa e tu, lettore, ti ritrovi a remare faticosamente per mantenere la rotta ed approdare in acque più tranquille.
Mikael Blomkvist il giornalista-investigatore, Erika Berger la capo-redattrice, Dragan Armanskij direttore della Milton Security, Holger Palmgren amato tutore di Lisbeth, la polizia segreta deviata, i poliziotti onesti, ruotano intorno alla vita, resa un inferno, di Lisbeth Salander: giovane donna, hacker espertissima, mai stata bambina, che nasconde un terribile segreto del quale vuole liberarsi, ma per fare ciò rischierà la vita e dovrà far crollare il Castello di Carte di cui è Regina involontaria.
L'attenzione ai particolari, la precisione nel descrivere i paesaggi e gli ambienti dove il racconto si svolge, il ritratto psicologico dei singoli personaggi, è spettacolare: sei immerso in quelle acque tumultuose e al pari di Lisbeth, Mikael e company, ti devi curare i traumi, i lividi e i dolori che quella lotta alla sopravvivenza ha lasciato anche su di te.
Non so se la trama possa essere meglio specificata, ma non credo si riescano a sintetizzare 800 e passa pagine ricche di colpi si scena e di impensabili intrighi.
Agli indecisi posso solo assicurare che qui la "quantità" non va affatto a scapito della "qualità".
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