Come accennai nella recensione dei Redjetson, ci sono dei gruppi veramente validi che temporeggiano a partorire nuove creature e anche nel caso dei Stiltskin, quartetto scozzese, realizza un’unica travolgente opera “THE MIND’ S EYE” (1994) per poi sciogliersi mentre era in realizzazione il secondo album.

Ray Wilson (vocals) prenderà il posto di Phil Collins nei Genesis, nell’anno 1997, per poi riunirsi, dopo 12 anni, con due componenti originari della formazione iniziale e tra le nuove entrare, Nir alla batteria che già era batterista dei Genesis dopo l’ abbandono di Collins, dando il nome “She” al nuovo album in uscita. "The Mind’s eye", è potente come l’acciaio (100% stanley), ed è anche una lieve pennellata di colore a piene sfumature di una effettiva impronta bel delineata, conquista in toto il Regno Unito nonché l’Europa soprattutto per la, diventata famosissima, “Inside”, utilizzata nello spot della grande casa Levi’s, e aggiudicandosi (con grande fatica) anche una grande critica negli Stati Uniti.
Questo album ha una carica incredibile e anche in questo caso, le emozioni non mancano, i brani sono da una parte, impetuosi come la forza di una slavina che giunge fino a valle, e dall’altra accarezzano il calore di un tramonto sul mare, in una serata in pieno agosto. I pareri e i giudizi sono come sempre personali, infatti sta ad ognuno di noi giudicarli e interpretarli, la musica è libertà di espressione e di pensiero, e devo anche, purtroppo dire, che si trovano spesso gruppi o solisti che hanno talento ma che si lasciano andare in nuove esperienze poco gratificanti tentando di percorrere strade alternative senza esaltanti risultati o che fortunatamente, in alcuni casi, ritornano sulla strada precedentemente lasciata, riscoprendo la voglia di rinascere.

Ora passo ed esprime la mia personale sensazione provata per ogni brano ascoltato “Intro” e “Scared of Ghosts” – il desiderio spingersi a provare tutto ciò che è estremo per un essere umano “Horse” - ripercorrendo i ricordi della propria vita, sfogando la propria rabbia repressa e gioire nel desiderando di scoprire il misterioso infinito “Rest in peace” una dolce e allegra passeggiata in un fresco bosco “Footsteps” – adrenalina allo stato puro “Sunshine and butterflies” – malinconici pensieri personali “Inside” – viaggio dentro l’anima “An illusion” – sentire la vita come un bene supremo “America” – lamentosa cantilena metallica “When my ship comes in” – desiderio di essere in cima a una roccia a occhi chiusi alzando le braccia mentre un vento fortissimo ti prende tutto il corpo “Prayer before birth” – brancolare completamente nel buio più totale… …

… e tutto questo, se lo si sente, o come ognuno lo sente, è semplicemente fantastico, perché è vita, la musica, per me, è l’espressione individuale della vita.

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