Il lettore cd non funziona. Maledizione. Mi vedo costretto a cercare tra le cassette dell'adolescenza qualcosa di buono da sentire. Così mi ritrovo davanti "Mercury Falling" di Sting, uno dei dischi meno conosciuti e meno venduti del cantante ex Police, ma non per questo meno bello. Anzi.

Si inizia con il rullo del batterista Vinnie Colaiuta che apre 'Hounds Of Winter', brano d'apertura mostruoso con cambi di accordi sensazionali e un lavoro dei musicisti pulito e perfetto, il tutto accompagnato dalla convincente voce di Sting. Il successivo brano, 'I Hung My Head', si dimostra aggressivo e perfetto come il precedente, accompagnato da un bel riff di chitarra dell'eccelso Dominic Miller, nel finale poi c'è un'esplosione di fiati e di tastiere. Tutto perfetto.

Col terzo brano (che possiamo tranquillamente definire gospel) iniziano le sorprese, le chitarre qui sono accompagnate da calde voci che scaldano il cuore e il tutto viene suonato alla perfezione, con Sting che in questo pezzo si trova davvero a suo agio. 'I Was Brought To My Senses' può dividersi in due; la prima parte inizia lenta (voce più chitarra acustica) per poi cambiare radicalmente di tempo e trasformarsi in una canzone solare e positiva, forse uno dei pezzi migliori del disco. Da brividi l'assolo di clarinetto. 'You Still Touch Me' vede di nuovo la presenza dei fiati, che comunque non soffocano la canzone; altra song positiva e carica di energia positiva.
La sesta traccia è un brano estivo e pieno di libertà molto interessante, ma sicuramente non ha niente di innovativo, classico pezzo "alla Sting". 'All Four Seasons' è molto allegra e ancora una volta i fiati si integrano perfettamente col sound di Sting, rendendolo più gradevole e piacevole. L'ottava traccia è un altro pezzo molto interessante dove la batteria picchia forte ma sempre con eleganza e classe e il risultato è sempre godibile. La nona canzone è una vera e propria sorpresa: si chiama 'La Belle Dame Sans Regret', è una bossanova ed è da brividi. Basta ascoltare la scarica iniziale di batteria per capire che questo pezzo si candida ad essere il migliore del disco. Sting canta in francese, e sembra che parli il francese da una vita, perchè l'accento inglese è praticamente assente. Pezzo tanto inaspettato quanto bello.

'Valparaiso' è un brano addirittura celtico (ricorda le atmosfere di Braveheart), ed è un altro pezzo che sicuramente si farà ricordare per intensità e pathos. Chiude il disco 'Lithium Sunset' dove troviamo un'atmosfera agrodolce, accompagnata dalle note di una fisarmonica. Il disco insomma si chiude in maniera soft.

Sono qui presenti delle novità che rendono il cd appetitoso, ma lo consiglio solo a chi ama Sting.

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