Quando nella primavera del 1993 le radio cominciarono a passare il primo singolo del nuovo album di Sting si capì che c'erano i presupposti per un gran bel disco. La canzone era "Fields of Gold", una dolce ballata a cui gli arpeggi di chitarra, un velo di armonica, un sapiente uso del synth in sottofondo e un testo suggestivo conferivano un'atmosfera mistica.
Una promessa mantenuta. In effetti "Ten Summoner's tales" all'epoca fu il maggior successo commerciale del buon vecchio Gordon, oggi forse superato soltanto da "Brand New Day", del 1999.
I "Dieci racconti dell'apparitore" (che poi sarebbero dodici) sono canzoni dal tono leggero e solare, di cui alcune effettivamente strutturate in modo narrativo e pervase da un'ironia e un umorismo molto inglese. Ne sono esempi la divertente country song "Love is stronger than Justice", il blues-pop "Heavy Cloud, No Rain" e l'irriverente "Saint Augustine in Hell".
L'apertura a prologo è affidata ai maestosi crescendo di "If I Ever Lose My Faith in You", che si configura come una delle canzoni più belle scritte da Sting. Accanto al pop raffinato c'è spazio anche per un veloce blues ("She's Too Good for Me") ma anche per il jazz: "Seven Days" è un gioiellino di melodia e ritmo, e "It's Probably Me" ha dei synth ad effetto (la versione blues con Eric Clapton alla chitarra però era un'altra cosa). Ed eccoci a "Shape of My Heart". Che dire?.. Insieme a "Every Breath You Take" è la canzone più saccheggiata di Sting, a volte con la sua diretta compiacenza. Sicuramente quel malinconico arpeggio e il testo così sentito e riflessivo ne fanno una canzone intensa e di presa sicura, ma è comunque un peccato constatare come sia stata banalizzata nel tempo. Ultima nota degna di menzione di questo disco è "Everybody Laughed", ovvero la canzone che non c'era: nella versione originale questo pezzo dal complesso giro di accordi arpeggiati non era incluso, apparendo soltanto nelle versioni per i mercati d'oltreoceano.
Tutto insieme risulta un disco intenso e molto vario, in cui compaiono sia melodie eteree e sottilmente malinconiche che episodi più movimentati ed ironici. Gli ottimi arrangiamenti fanno sì che "Ten Summoner's Tales" convinca già dal primo ascolto. I successivi passaggi in stereo sono garantiti dalle emozioni che sa certamente regalare.
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