Onirici. Divertenti. Magici. Eclettici allo spasmo. Forse è un po' azzardato dire gli eredi dei Mr. Bungle?
Eppure la capacità di intrattenere l'ascoltatore per ben quarantasei minuti c'è eccome. Anche dal punto di vista estetico sfoggiano in tutta la loro stravaganza e vi sbattono in faccia il loro eclettismo, vestiti e truccati da pagliacci (invero dei pagliacci un po' tetri e goticheggianti), armati di dosi di buon gusto e teatralità da vendere.
La voce dell'affascinante Dominique Lenore Persi è la perdizione (scusate il gioco di parole!): passare con un'invidiabile disinvoltura da un cantato pulito, istrionico e dalle sfumature sexy ad uno scream completamente schizoide e pungente non è da tutti. E indubbiamente, ogni altro membro di questo nuovo, sfortunatamente sconosciuto fenomeno del metal più avanguardista e ricercato, svolge il suo lavoro ottimamente. Non sono da ignorare inoltre la collaborazione con i grandissimi Sleepytime Gorilla Museum (Carla Kihlstedt ha contribuito con il suo violino nelle tracce Swint? Or Slude? e Push Button) e il fatto che Gil Sharone è anche il batterista delle assurde macchine da morte, spasmodicamente sperimentali chiamate Dillinger Escape Plan, il Mathcore (altro gruppo che apprezzo tantissimo).
Gli Stolen Babies e le loro poliedriche divagazioni mi hanno regalato ore e ore di assoluto divertimento e svago, sicuramente grazie anche alla loro attitudine "circense". D'altronde si dice in giro che loro siano un misto di dark cabaret (genere che ho scoperto proprio grazie a loro, saporito ed ironico ma al contempo dalle tinte cupe) ed heavy metal, ma il dono di queste band dell'ondata avanguardistica (tra cui cito gli immancabili UneXpect, Maudlin Of The Well, Sleepytime Gorilla Museum, Diablo Swing Orchestra e chi più ne ha più ne metta) è di stravolgere intelligentemente il concetto stesso di "metal". Nel calderone, accanto al già citato dark cabaret bollono anche influenze post-punk e goth rock.
Già dalla prima traccia, Spill!, probabilmente la più "metallica" assieme alla sparatissima Mind Your Eyes si possono percepire le varie influenze tra i riffs martellanti e ossessivi e la magnifica voce di Dominique. In Awful Fall, invece, il protagonista è il basso.
Filistata, prima vetta di eccellenza dell'album, ci mostra tutto lo spirito circense e spumeggiante degli Stolen Babies, con una melodia davvero catchy che ti rapisce sin dal primo ascolto e si ripete per tutta la canzone, sfociando solo nel finale in un susseguirsi caotico di riffs, mentre Dominique urla : "Will I have wasted years?"
Ma la traccia sovrana dell'album, che torreggia su tutte le altre è a mio parere la successiva A Year Of Judges, semplicemente perfetta, ossessiva, armoniosa, dominata da una rabbia repressa che viene sprigionata solo nello scoppiettante ritornello. Anche qui finale caotico, molto metallico, insomma: pochi fronzoli. Si procede con la spettacolosa So Close, caratterizzata dal solito ritornello-genialata a cui ci ha abituato la band, con la dark cabaret-oriented Tablescrap, ma il crescendo dell'album viene spezzato dallo strascicante e stravagante intermezzo Swint? Or Slude?, per me
Si riprende poi con Mind Your Eyes, la più "violenta" dell'album, affiancata da un altro vero caposaldo di questo gioiellino chiamato There Be Squabbles Ahead : Lifeless. Una ballata melodiosa, malinconica, toccante, originale ma soprattutto... sincera! Davvero, come non ne sentivo da tanto tanto tempo. Dai lidi onirici di Lifeless ci tuffiamo poi nella seconda VERA perla dell'album, la grandiosa Tall Tales. Attenzione: a causa del suo incedere ripetitivo ed ossessivo (ma non prendeteli come aggettivi dispregiativi!) causa assuefazione.
Eccelsa la successiva Push Button, dalle tinte gotiche e al contempo spiritose, della quale i nostri hanno pure fatto un video. A mio parere, l'attenzione si disperde un po' con Gathering Fingers (la seconda "pecca dell'album") che non trovo brutta, sia chiaro, ma non allo stesso livello delle performance che l'hanno preceduta. Se in Lifeless aveva predominato il trionfo della malinconia, nella geniale e conclusiva The Button Has Been Pushed è l'euforia a far da padrona e gli Stolen Babies mettono in gran stile la ciliegina sulla torta, una torta così variegata e gustosa come non se ne vedevano da tempo.
Aspettando trepidante un secondo full-lenght, per ora continuo a godermi questo allegro e spumeggiante prodotto quasi esente da sbavature, uno dei capolavori dell'Avant-Garde Metal, sfornato da una delle migliori e più promettenti female-fronted band di sempre.
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