Non è difficile capire come gli Stone Temple Pilots centrino il bersaglio al primo colpo: in piena era grunge, il quartetto californiano propone una musica che riassume con modesta personalità e discreto mestiere l'arte della "somma tetrarchia" di Seattle, composta da Nirvana, Soundgarden, Pearl Jam e Alice In Chains, senza comunque trascurare gli antesignani Jane's Addiction (e non potrebbe essere altrimenti, avendo costoro ispirato il grunge in primis).

"Core", l'album d'esordio pubblicato nel 1992, vende inevitabilmente milioni di copie e fa salire gli Stone Temple Pilots sul carro dei vincitori. In seguito ad un'attenta analisi, "Core" risulta più che altro una raccolta di canzoni che avrebbero potuto benissimo scivere tutti i gruppi di cui sopra: Dead & Bloated e Piece Of Pie potrebbero essere dei Soundgarden, Wicked Garden degli Alice In Chains prima maniera, Plush sembra provenire da 'Ten' dei Pearl Jam e nella ballata Creep affiorano memorie nirvaniane. Ma non basta. I Nostri si divertono anche a mischiare i vari stili, eseguendo, come nelle addizioni a più fattori, le più possibili permutazioni: Nirvana + Pearl Jam (Sex Type Thing), Pearl Jam + Alice In Chains (Sin), Soundgarden + Alice In Chains (Where The River Goes) e via dicendo. Soltanto il rock'n'roll di Crackerman, tanto per ricordarci che i Pilots sono da Los Angeles e non da Seattle, dimostra una vaga derivazione street-metal.

Il cantante Scott Weiland non ha una brutta voce, ma tende molto ad imitare i suoi beniamini, ricordando (con le dovute distanze, naturalmente) ora Layne Staley, ora Eddie Vedder, talvolta anche Chris Cornell, Kurt Cobain e perfino Mark Lanegan: certamente non straripa di personalità (come il resto della combriccola del resto), ma almeno dimostra una buona versatilità vocale. Anche i testi, tutti firmati da Weiland, danno l'impressione di "già sentito": l'ironia antimachista di Sex Type Thing ricorda le posizioni antisessiste prese qualche anno prima da Nirvana (in Mr. Moustache) e Soungdarden (in Big Dumb Sex), il pessimismo agnostico di Naked Sunday ricalca l'iconoclastia desolata degli Alice In Chains, Creep cita addirittura i Beatles ("I'm half the man I used to be", frase contenuta nel ritornello, è presa a prestito da un verso di Yesterday).

Che dire infine? E' stato appurato che Weiland e soci siano "copioni" fino all'osso e, per quanto siano famosi, nulla hanno aggiunto alla storia del rock, al contrario di altri gruppi californiani nati in quel periodo (i Kyuss, ad esempio, o gli ormai celebri Tool), anch'essi avversi alla tendenza musicale tipica del luogo, lo street-metal, ma molto più originali e innovativi del gruppo in questione. Tuttavia è il caso di spezzare una lancia in favore degli Stone Temple Pilots: non sarà un capolavoro "Core", ma in fin dei conti le canzoni sono gradevoli, per quanto derivative, e tutto sommato strappa un giudizio discreto.

Una volta tanto ci si può anche accontentare.

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