“Purple” fu il disco della consacrazione per la band di Scott Weiland e dei fratelli di De Leo, quello che permise ai suoi autori di zittire chi li aveva dipinti, all’epoca del loro fortunatissimo esordio “Core”, come inutili cloni dei divini Pearl Jam, Alice in Chains e Soundgarden.
Ad essere onesti, va detto che in quell’album vi era più di un elemento che poteva essere ricondotto al sound dei gruppi di Seattle. Ma con “Purple” il gruppo di San Diego dimostrò anzitutto di non essere una “one hit wonder”, e che il songwriting non si appiattiva sugli stereotipi grunge per fornire comunque una manciata di ottimi brani. Anche il cantante Scott Weiland salì in cattedra, togliendosi di dosso l’ombra di Layne Staley e di Eddie Vedder, che aveva forse danneggiato episodi del precedente album, come “Dead and bloated” e “Plush”.
Stilisticamente, i brani di Purple possono essere divisi in due parti: una prima che ripercorre i sentieri grunge-da-classifica di “Core”, e una seconda che offre variazioni in merito. Tra i brani del primo gruppo spiccano i solenni midtempo di “Still remains” e “Meat plow”, l’imponente ballad “Interstate love song” e una ispirata “Lounge fly”, che sembra provenire dal terzo lp del Dirigibile. I piatti forti di “Purple” stanno però in quegli episodi che eludono i cliché di “Core”: in particolare il primo singolo “Vaseline”, fenomenale esempio di minimalismo applicato al rock, Due minuti asciutti e intensi per uno dei brani più famosi dell’era alternative-MTV. Bellissima anche “Big empty”, in cui parti jazz si sovrappongono a un refrain memorabile, lo strascicato folk di “Pretty Penny” – che offre un Weiland in forma strepitosa – e “Army ants”, in cui suggestioni funk-psichedeliche alla Jane’s Addiction movimentano il consueto spartito dei De Leo. In soldoni, "Purple" è un disco il cui ascolto risulta ancora godibilissimo anche a oltre 10 anni dalla sua pubblicazione.
Gli Stone Temple Pilots certamente stanno un gradino sotto i gruppi-monstre dell’era grunge, ma hanno regalato pagine eccellenti e canzoni simbolo di un’epoca.
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