Ennesimo capitolo in cui si devono scrivere belle parole sulla realtà italiana, fa piacere e c’è solo da ringraziare che vengano partoriti simili lavori. Questa volta si è in Piemonte e loro sono gli Storm{O}, dove le parentesi servono a un gioco di parole fra la lingua d’Albione e l’italiano. Tempesta che infuria e stormo d’uccelli. Ma quello stormo sembra uscito dal film di Hitchcock. Nero e inquietante, tinte oscure che si plasmano in musica, minacce sospese che vengono a esplodere in un turbine di malinconia e nichilismo. Insomma, il fiorire e la primavera sono lontane, qui dentro c’è un gelido inverno che non se ne vuole proprio andare via. È quello che si può trovare dentro di noi in ogni singolo istante. Quel tarlo che fa infrangere sogni e distorce la realtà. E loro ce lo ricordano senza problemi, velenosamente lo portano a galla.
Arderemo. Bruceremo. E per forza, le bordate sono incendiarie. Una sinfonia decadente di hardcore punk abrasivo, assimilabile per certi versi ai Birds In Row o alla schizofrenia primigenia dei Converge, perché sì all’interno del platter “Sospesi Nel Vuoto Bruceremo In Un Attimo E Il Cerchio Sarà Chiuso” c’è la venatura tecnica celata dietro alla rabbia che martella costantemente. Ondate che percuotono, colpiscono in pieno volto e buttano a terra. La bravura però sta sempre nel trovare l’equilibrio e gli Storm{O}, aiutati pure da una produzione muscolosa ma lo-fi, lo trovano nell’incessante melodia. È lì che rimane come leitmotiv, risalta nostalgicamente, scompare solo apparentemente per poi riaffiorare nell’emotività delle parole urlate con uno screaming sofferto che riesce a donar ancor più spessore alle chitarre soffocanti, alla batteria incontrollabile che disegna pattern imprevedibili e claustrofobici. Poi diciamolo, quanto è bello sentire l’italiano. Un’espressività ermetica, ma che trascina e centra il bersaglio, testi pregni di disillusione, dove l’alienazione di un mondo sempre più vicino ad assimilare uomini come ingranaggi di un macchinario si fa sentire, magari anche con l’uso di parti in spoken word, tanto cupe, quanto avvolgenti.
La transitorietà della goccia d’acqua (la “o” fra parentesi simboleggia pure questo) è la giusta metafora per capire le fugaci composizioni che creano un’uniformità da ascoltare senza pause, interruzioni. Partire con “In Volo” e arrivare alla fine con “Per Le Tue Lacrime”, dove c’è spazio per sperimentazione e l’ossatura si fa più intimista in “Respiro”, una fragilità che serve a prepararci al caustico finale. L’anomia che prende il sopravvento e l’aggressività è densa di distorsioni laceranti. Una sorta di manifesto degli Storm{O}. Fra ricordi e schegge del passato evocate con la quiete sonora dei Loma Prieta e rassegnazione in un oblio da cui difficilmente si trova soluzione veniamo accompagnati all’uscita, esausti, ma convinti di aver ascoltato una delle proposte più valide che il panorama italiano possa offrire in questo periodo. Ah, se la pigrizia vi assale, andate sul loro Bandcamp perché per gli Storm{O} la qualità è anche gratuita. Spread the disease, insomma.
Carico i commenti... con calma