E' con grande piacere che vado a recensire questo disco "ripescato" tempo fa da uno degli scatoloni dei ricordi.
Come vi dicevo in una delle mie passate recensioni, mi sono messo in testa di catalogare la raccolta musicale di una vita.
Il tempo, purtroppo, è quello che è quindi non so ancora quanto questa operazione durerà.
Vi parlerò di "L'Apprendista", forse l'album più bello degli Stormy Six. Uno dei pochi gruppi riconducibili al progressive "nostrano" a vantare una carriera quasi ventennale.
Otto dischi in studio e numerosi musicisti a completare nel tempo le varie formazioni. Nel corso degli anni, il gruppo Milanese si è progressivamente legato agli ambienti della sinistra giovanile fino a diventarne quasi portavoce.
L'album in questione, del 1977, rappresenta il punto di svolta di un gruppo che, a mio avviso, rischiava con alcune delle opere precedenti (su tutte "L'Unità" e "Guarda giù dalla pianura") di rimanere in un certo qual modo troppo confinato nelle sue idee di estrema sinistra.
"L'Apprendista" è, infatti, opera di più ampio respiro e di più marcata (ed ispirata) matrice progressive rispetto ai suoi predecessori.
Di questo lavoro omogeneo ho apprezzato molto gli arrangiamenti barocchi che pervadono buona parte delle composizioni con ottime parti di violino, tastiere, basso. Avrei preferito una maggiore incisività delle chitarre elettriche nella scena musicale, invece queste ultime vengono un tantino sacrificate agli altri strumenti con il risultato di essere talvolta difficilmente individuate a differenza di un basso magnificamente suonato e sempre in prima linea.
Una nota di merito per l'originalità del cantato "corale" che, pur non eccellendo in qualità, restituisce una certa personalità al gruppo.
Posso indicare "Buon Lavoro", "L'Apprendista", "Carmine", "Cuore" come i brani migliori.
Tanti cambi di tempo, l'originalità delle composizioni ed un certo dettaglio della scena sonora fanno di questo disco una delle opere più valide degli anni '70 in ambito progressive.
Carico i commenti... con calma