E' il 1984. Reduci dal Festival di Certaldo dell'anno precedente, la band livornese si trova alle prese con le sue prime esperienze discografiche di rilievo, dapprima con l'inclusione della loro celeberrima "Non Sei Normale" nella leggendaria raccolta "Heavy Metal Eruption", poi con questo primo EP, contenente quattro canzoni cantate non in Inglese, bensì nella nostra cara lingua italiana. Nonostante lo stile dei cinque toscani (che, per chi non li conoscesse, sono Fabio Cappanera [R.I.P.] alla chitarra, il fratello Roberto [R.I.P.] alla batteria, Vincenzo "Enzo" Mascolo al basso, il gigantesco Daniele "Bud" Ancillotti alla voce e Marcello Masi [R.I.P.] alla seconda chitarra) sia chiaramente derivativo da quello di Judas Priest, Saxon e Iron Maiden, i quattro pezzi hanno una freschezza che li rende oltremodo piacevoli e che non viene inficiata dai testi in Italiano, cosa che a qualcuno poterbbe far storcere il naso a prescindere, ma che invece non sono affatto banali e riescono anzi più volte a stupire piacevolmente l'ascoltatore.

L'EP si apre con la trascinante "Viaggio In Inghilterra", veloce e ritmata, molto Saxon nell'attitudine, che racconta di un viaggio in Inghilterra, appunto, nella terra del Rock'N'Roll e dell'Heavy Metal; i riff sono decisi e l'assolo è fatto alla maniera delle twin guitars priestiane, per una canzone dal sapore delle song da strada più dure e grezze, tanto da risultare forse anche un po' troppo sguaiata in alcuni punti. La seguente "Autostrada Dei Sogni" è una semiballad sognante e fantastica, a mio parere il brano migliore del disco e forse dell'intera produzione del gruppo: aperta da un arpeggio acustico, si fa strada la voce sofferta di un Bud Ancillotti al massimo della forma, finchè un assolo malinconico sembra quasi voler concludere il pezzo, ma viene spazzato da un riff rude e al tempo stesso azzeccato come non mai; Bud è tenero e feroce allo stesso tempo, assolvendo splendidamente il compito di raccontare questa storia di sogni infranti e di libertà sulla strada, il tutto condito da un testo da pelle d'oca, che sigla questo vero capolavoro di canzone. Anche la successiva "Luna Nera" è una semiballad romantica, destinata ad avere un grande successo, soprattutto nella sua futura versione in Inglese "Black Moon": il testo è ancora più fantastico di quello della canzone precedente, reso efficacemente dall'interpretazione del grande (in tutti i sensi) Bud, mentre la melodia è malinconica e nostalgica, dapprima acustica e supportata da linee di basso vagamente maideniane, che accompagneranno anche la seconda parte, eseguita con le chitarre elettriche che esplodono alla fine in un assolo da brividi. Chiude l'EP "Piccolo Uccello Bianco", altra buona prova dei nostri cinque, che ci regalano un pezzo in pieno stile NWOBHM, che avrà un buon successo, anche nella versione in Inglese ("Burning Wings"), con i suoi riff quadrati e una sezione ritmica solida e impeccabile; il pezzo è di una certa lunghezza e al suo interno trova spazio un delicato intermezzo acustico, arricchito dall'intervento di una chitarra elettrica piena di sentimento, mentre a concludere ci pensa una trascinante cavalcata strumentale.

Quello stesso anno la Strana Officina partecipò anche all'Italian Massacre di Mantova, manifestazione nella quale i nostri riuscirono persino ad oscurare con le loro ottime canzoni in Italiano e con una prova superba, la prestazione dei leggendari Vanadium. In seguito al rilascio del presente EP, Marcello Masi abbandonerà la formazione, pur restando disponibile per future collaborazioni, partecipando come tastierista all'incisione del successivo LP "Rock'N'Roll Prisoners". Resta questa meravigliosa testimonianza di Rock italico in Italiano, una buona prova per un gruppo che in seguito avrebbe ancora regalato molte emozioni prima della morte prematura e insensata sulla strada dei grandi fratelli Cappanera.

...Heavy Metal e Rock'N'Roll, io non vi scorderò...

Elenco tracce e video

01   Viaggio In Inghilterra (03:42)

02   Autostrada Dei Sogni (07:23)

03   Luna Nera (07:46)

04   Piccolo Uccello Bianco (08:54)

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Altre recensioni

Di  MosMaiorum84

 Quell’assolo finale, da brividi, velocissimo, impazzito, ti fa scorrere la vita davanti agli occhi.

 È lì che decidi: è un capolavoro.