Quando si parla di California vengono subito in mente il sole, il surf, i salvataggi delle bagnine di Baywatch o i Beach Boys che suonano sulla spiaggia.
Molti non si immaginano neanche che questa terra è la culla del movimento gotico statunitense, che ha dato origine ad un discreto numero di gruppi, alcuni dei quali hanno avuto un buon successo.
Tutto ha avuto origine con la nascita dei Christian Death, sul finire degli anni 70, che, grazie soprattutto agli eccessi scenici ed alle provocazioni religiose e sessuali del suo frontman Rozz Williams (in seguito spudoratamente plagiate da Marilyn Manson), hanno ottenuto un'ottima visibilità fatta a metà tra riscontro positivo da parte della numerosa schiera di sostenitori e dell'altrettanto cospicuo numero di detrattori.
Sull'onda del successo della Morte Cristiana nacque il movimento dark statunitense che si è sviluppato successivamente anche grazie al gran numero di musicisti passati dalla formazione che, un tempo, era di Rozz.
Si tratta, comunque, di un movimento abbastanza eterogeneo (come d'altronde, quello europeo) che è fortemente derivativo della scena dark del vecchio continente.
I Christian Death dell'album di debutto (Only Theatre of Pain), infatti, erano fortemente influenzati dai Bauhaus (alcuni critici accusavano Rozz di scimmiottare, esasperandoli, le movenze e gli atteggiamenti provocatori di Peter Murphy), mentre nel successivo "Catastrophe Ballet" viene quasi epurata la matrice punk degli esordi in favore di una componente più eterea, quasi dream pop.
La commistione tra elementi più tipicamente gothic rock e quelli dream pop è stata accentuata e resa caratteristica musicale in bands che si sono formate da ex componenti dei Christian Death, come i Mephisto Waltz di Barry Galvin e i Faith and the Muse di William Faith.
Proprio questi ultimi sono stati, forse, il gruppo americano di maggior successo degli ultimi anni della scena gotica statunitense (successo diviso con i London After Midnight che, tuttavia, suonano un gothic rock decisamente più tradizionale rispetto alla band di William Faith).
Il positivo riscontro di critica e pubblico dei loro lavori è dovuto principalmente al fascino della loro musica in cui prevale l'aspetto etereo ed etnico su quello gothic, decisamente in secondo piano.
I Faith and the Muse sono un duo composto dal già citato William Faith e dalla cantante Monica Richards.
Prima di formare i Faith and the Muse, Monica militava negli Strange Boutique, gruppo che racchiude tutte le anime gotiche che ho prima menzionato (gothic rock, dream pop ed etnico) in cui si aggiunge anche un tocco di dark-pop di derivazione britannica (The Cure e The Chameleons) e di musica psichedelica.
Tutte queste influenze danno vita ad una musica estremamente affascinante e sognante, caratterizzata dalla voce morbida e melodiosa della Richards e dal suono fortemente etereo della sezione ritmica, tant'è che si potrebbe definire gli Strange Boutique come la versione rock dei Cocteau Twins.
L'album che vi propongo è "The Kindest Worlds", davvero una piccola gemma di musica che ti fa spaziare con la mente per raggiungere luoghi che sanno di tradizioni popolari, di ballate davanti al fuoco, di passeggiate nel deserto ventoso, di posti lontani in cui vorresti stare in certi momenti per azzerare tutto e riconciliarti con te stesso.
Dream pop che abbraccia la psichedelica in "The Loved One", diviene romantico in "Whipoorwill", etnico e popolare in "And Then She Was Healed", malinconico e struggente in "So Serene".
Rock etereo, di converso, che richiama quello indie dei Chameleons in "The Kindest Worlds" e in "Chant The All", diviene etnico e tribale in "In Hysteria" per poi tornare ad essere più tipicamente gothic dal taglio death rock alla Christian Death in "Quicksand Minds", in "Step Soflty" e nella conclusiva "Easter Island".
Picco dell'album, a mio avviso, lo si raggiunge nella cover di "A Strange Day" (già mia canzone preferita dei Cure) rifatta dai Strange Boutique in chiave dream pop.
In conclusione, se ci sono certi momenti che volete ritagliarvi solo per voi senza pensare all'esterno e non vi trovate nel buio freddo e ventoso del deserto californiano con il solo fuoco dei nativi a riscaldarvi, mettete una cuffia sulle orecchie ed ascoltate questo "The Kindest Worlds".
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